“Bisogna ritrovare un’intesa e, soprattutto quella unione che ci permetta di stare compatti vicino alla gente. C’è tanta disaffezione per la politica…” Così il primo cittadino del capoluogo matesino, il più grande Comune che annovera in provincia di Caserta un sindaco Pd.
Mentre nel resto del Paese il Pd risulta il primo partito, a Caserta è ridotto ormai ai minimi termini. E’ partendo da questo assunto, che il sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, lancia un appello al dialogo alla minoranza che al congresso di un anno fa si era riconosciuta nella candidatura di Enrico Tresca. “Stiamo attraversando una grave crisi politica e organizzativa, di contenuti e di rappresentanza – spiega – e ritengo che la responsabilità vada ricercata nelle continue contrapposizioni all’interno del gruppo dirigente. E’ ora di dire basta a polemiche e divisioni. L’agenda deve essere orientata su due versanti: radicamento sul territorio e profilo programmatico. E’ indispensabile lavorare a un progetto di alternativa al centrodestra, sui temi nazionali e su proposte specifiche per la provincia. Perché la mancanza di strategia e contenuti aumenta il disagio e il distacco dei cittadini dal partito e dalla militanza politica. Ci sono troppi segnali di insofferenza e disaffezione, la nostra gente si sente disorientata e non ascoltata. L’esigenza di un cambio di passo non è più procrastinabile: occorrono più coinvolgimento, più dibattito, più direzione politica”.
Tuttavia, Cappello ci tiene a sottolineare che con la sua presa di posizione non intende affatto smarcarsi dalla maggioranza del segretario, Dario Abbate: “Il mio sostegno a Dario è fuori discussione. Il problema è un altro: il congresso è finito da un anno e tutti devono accettare il fatto che egli sia il segretario dell’intero Pd, e non solo di una parte. Il partito non può continuare a ragionare a compartimenti stagni: da una parte la legittimazione o delegittimazione dei gruppi dirigenti, dall’altra i parlamentari, i consiglieri regionali, o le istituzioni locali. Senza una discussione aperta e serena, non si va da nessuna parte. Per il bene del partito, bisogna riprendere il dialogo, dimenticando chi alle primarie ha votato Abbate e chi non lo ha votato. Magari può servire una conferenza programmatica, per un’analisi del risultato elettorale e per indicare la strategia di un Pd a forte vocazione territoriale. Potrebbe essere l’inizio per tornare a vincere anche a Caserta”.
Tuttavia, Cappello ci tiene a sottolineare che con la sua presa di posizione non intende affatto smarcarsi dalla maggioranza del segretario, Dario Abbate: “Il mio sostegno a Dario è fuori discussione. Il problema è un altro: il congresso è finito da un anno e tutti devono accettare il fatto che egli sia il segretario dell’intero Pd, e non solo di una parte. Il partito non può continuare a ragionare a compartimenti stagni: da una parte la legittimazione o delegittimazione dei gruppi dirigenti, dall’altra i parlamentari, i consiglieri regionali, o le istituzioni locali. Senza una discussione aperta e serena, non si va da nessuna parte. Per il bene del partito, bisogna riprendere il dialogo, dimenticando chi alle primarie ha votato Abbate e chi non lo ha votato. Magari può servire una conferenza programmatica, per un’analisi del risultato elettorale e per indicare la strategia di un Pd a forte vocazione territoriale. Potrebbe essere l’inizio per tornare a vincere anche a Caserta”.
Pietro Falco Corriere del Mezzogiorno