Fa tappa anche a Piedimonte Matese l’autore di “Patrimonio al futuro”, il libro dedicato ai problemi e alle prospettive del patrimonio culturale italiano che ha riscosso il maggior successo editoriale degli ultimi anni. L’autore, Giuliano Volpe, è professore ordinario di Archeologia Tardoantica all’Università di Foggia (e già rettore di quell’Ateneo), ed è anche Presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani e Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici istituito presso il MIBACT.
Volpe è stato direttore di numerosi scavi archeologici, soprattutto in Puglia, che hanno riportato alla luce siti di fondamentale importanza per la conoscenza dei paesaggi e dell’insediamento nei secoli di transizione fra Antichità e Medioevo. Ha anche, nel suo curriculum, un’intensa attività di archeologo subacqueo, condotta in diverse aree del Mediterraneo, e una cospicua mole di pubblicazioni scientifiche relative alle ricerche da lui direttamente condotte o coordinate.
Da qualche anno, però, Volpe ha deciso di uscire dalle aule universitarie e di mettere tutto il peso della sua esperienza e delle sue conoscenze a servizio del dibattito in corso sull’annoso problema della gestione del patrimonio culturale del nostro Paese. Un insieme immenso di tesori archeologici, artistici e storici, che, nonostante i luoghi comuni sul fatto che esso costituisca il principale “giacimento petrolifero” nazionale, non riesce ancora a diventare motore di spinta di un adeguato sviluppo economico e civile dell’Italia.
Nel suo libro “Patrimonio al futuro”, Volpe entra nel vivo della discussione, affermando senza mezzi termini che il tema deve essere affrontato in modi totalmente diversi e innovativi rispetto a tradizioni ormai consolidate. In particolare, Volpe afferma che è ormai ora di abbandonare e superare sistemi di gestione del patrimonio culturale che, di fatto, ne espropriano il controllo da parte delle comunità e inibiscono la possibilità che possano svilupparsi forme innovative per la loro promozione. La Costituzione, ricorda l’autore, mette in capo la titolarità dei Beni Culturali alla Repubblica – e cioè a tutti i cittadini – e non a corpi specifici dello Stato che abbiano l’esclusiva della loro conoscenza e gestione. È quindi fondamentale individuare sistemi per un coinvolgimento più diretto e partecipato degli enti locali, degli istituti di ricerca e delle associazioni nell’utilizzo di quanto il passato ci ha consegnato, affinché questa eredità possa davvero continuare a vivere nel futuro.
A tal proposito, il libro di Volpe pone un accento particolare anche sui modi di comunicare e raccontare la storia, attraverso ciò che musei e siti archeologici ci permettono di conoscere. Troppe volte, infatti, la conoscenza completa del nostro passato è ostacolata da disattenzioni o pigrizie di fronte all’impegno fondamentale della condivisione del sapere e la vista ad un museo si trasforma troppo spesso in un confronto muto con opere che non siamo messi in grado di comprendere.
Come si può immaginare, questo libro ha scatenato polemiche e discussioni, ma anche un grande interesse, testimoniato dalle decine di eventi a cui, nel giro di poco più di un mese, l’autore è stato invitato a parlarne e a presentarlo.
Piedimonte Matese sarà una delle tappe conclusive, per il 2015, di questo impegnativo tour. Confrontandosi con il sindaco Vincenzo Cappello, con la direttrice del Museo Civico Raffaella Martino, e con il coordinatore della redazione di Napoli e provincia de “Il Mattino”, Aldo Balestra, Giuliano Volpe saprà certamente lanciare interessanti stimoli e provocazioni in direzione di una maggiore consapevolezza diffusa sul valore del patrimonio culturale, di cui tutti dobbiamo sentirci custodi e partecipi.