Sia il primo cittadino di Piedimonte Matese, avv. Vincenzo Cappello, sia il presidente della Comunità Montana del Matese, dott. Fabrizio Pepe, sono stati ricevuti dal Prefetto Pagano a cui hanno inoltrato tutte le rimostranze ed il fabbisogno dei lavoratori.
La triste vicenda dei forestali della Regione Campania non trova soluzioni. I soldi non ci sono ed i lavoratori, dopo le reiterate minacce di incrociare le braccia, ieri hanno protestato in molte province campane. Quelli che erano in piazza a Caserta, circa duecento, sono arrivati prevalentemente dall’alto casertano: a guidarli i sindaci dei comuni appartenenti alla comunità montana del Matese con a capo il presidente della Comunità Fabrizio Pepe ed il sindaco di Piedimonte Enzo Cappello.
Una vertenza che si trascina da mesi e che ha visto molte altre agitazioni in passato davanti al palazzo della Regione. “Da gennaio non riceviamo il salario, eppure svolgiamo un lavoro per la salvaguardia del territorio – ha detto uno dei lavoratori presenti – Come possiamo portare avanti le famiglie, visto che pure quei pochi risparmi sono finiti?” A guidare la protesta le federazioni Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, impegnate da oltre tre anni a seguire una vicenda che non trova sbocco. “Mai è arrivata una soluzione definitiva: tutto provvisorio, con i fondi da recuperare volta per volta in vari capitoli senza una stabilizzazione – ha dichiarato Bruno Ferraro della Fai Cisl – Ora è in pericolo anche il posto di lavoro. Gli ultimi stanziamenti regionali coprono a stento il 50% del fabbisogno e non si vede come andare avanti con i 260 della nostra comunità”. Ieri, in contemporanea alla manifestazione di piazza Prefettura, 400 operai idraulicoforestali della Comunità Montana Irno-Picentini hanno occupato il raccordo autostradale Avellino-Salerno, ed è stato chiuso provvisoriamente al traffico lo svincolo di Fisciano in direzione nord, al chilometro 9,500. “Sappiamo – dice Carlo Ceccarelli, un altro dei lavoratori – che le forze dell’ordine fanno il loro lavoro, ma noi vogliamo solo dimostrare pacificamente il nostro disagio. Chiediamo un incontro con il presidente della Regione Stefano Caldoro affinché ci spieghi qual è il nostro futuro. Questo settore o continua a esistere, ma con tutte le condizioni necessarie a farci sopravvivere, o non deve esistere più”. Dall’incontro in prefettura a Caserta non è emerso nulla di definitivo. L’ufficio di Governo si è attivato per sollecitare un incontro ministeriale con la Regione Campania, ente responsabile del settore. L’agitazione in una prima istanza è destinata a sbloccare i fondi regionali, ma ci sono anche rimostranze per la rivalutazione del settore, in particolare contro i provvedimenti del Governo Monti che mirano a destrutturare il lavoro agricolo; contro l’uso dei voucher; contro il tentativo di cancellare la previdenza agricola; per la difesa del territorio e della montagna; per la difesa dei diritti dei lavoratori forestali e dei consorzi di bonifica. Intanto, ieri i sindacati provinciali di categoria e la Rsa aziendale del Consorzio di bonifica del basso Volturno hanno chiesto un incontro con la consigliera regionale con delega all’Agricoltura Daniela Nugnes sottolineando la drammatica situazione degli 82 dipendenti.
Una vertenza che si trascina da mesi e che ha visto molte altre agitazioni in passato davanti al palazzo della Regione. “Da gennaio non riceviamo il salario, eppure svolgiamo un lavoro per la salvaguardia del territorio – ha detto uno dei lavoratori presenti – Come possiamo portare avanti le famiglie, visto che pure quei pochi risparmi sono finiti?” A guidare la protesta le federazioni Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, impegnate da oltre tre anni a seguire una vicenda che non trova sbocco. “Mai è arrivata una soluzione definitiva: tutto provvisorio, con i fondi da recuperare volta per volta in vari capitoli senza una stabilizzazione – ha dichiarato Bruno Ferraro della Fai Cisl – Ora è in pericolo anche il posto di lavoro. Gli ultimi stanziamenti regionali coprono a stento il 50% del fabbisogno e non si vede come andare avanti con i 260 della nostra comunità”. Ieri, in contemporanea alla manifestazione di piazza Prefettura, 400 operai idraulicoforestali della Comunità Montana Irno-Picentini hanno occupato il raccordo autostradale Avellino-Salerno, ed è stato chiuso provvisoriamente al traffico lo svincolo di Fisciano in direzione nord, al chilometro 9,500. “Sappiamo – dice Carlo Ceccarelli, un altro dei lavoratori – che le forze dell’ordine fanno il loro lavoro, ma noi vogliamo solo dimostrare pacificamente il nostro disagio. Chiediamo un incontro con il presidente della Regione Stefano Caldoro affinché ci spieghi qual è il nostro futuro. Questo settore o continua a esistere, ma con tutte le condizioni necessarie a farci sopravvivere, o non deve esistere più”. Dall’incontro in prefettura a Caserta non è emerso nulla di definitivo. L’ufficio di Governo si è attivato per sollecitare un incontro ministeriale con la Regione Campania, ente responsabile del settore. L’agitazione in una prima istanza è destinata a sbloccare i fondi regionali, ma ci sono anche rimostranze per la rivalutazione del settore, in particolare contro i provvedimenti del Governo Monti che mirano a destrutturare il lavoro agricolo; contro l’uso dei voucher; contro il tentativo di cancellare la previdenza agricola; per la difesa del territorio e della montagna; per la difesa dei diritti dei lavoratori forestali e dei consorzi di bonifica. Intanto, ieri i sindacati provinciali di categoria e la Rsa aziendale del Consorzio di bonifica del basso Volturno hanno chiesto un incontro con la consigliera regionale con delega all’Agricoltura Daniela Nugnes sottolineando la drammatica situazione degli 82 dipendenti.
Cronache di Caserta