La richiesta a fronte della concessione gratuita dei locali e delle spese legate al loro mantenimento.
Per quanto riguarda
il Giudice di Pace, il comune
di Piedimonte Matese
chiede al Governo una compartecipazione
per il mantenimento
dell’Ufficio in città. La richiesta a
fronte della concessione gratuita
dei locali e delle spese legate al
loro mantenimento. Il comune
matesino ha avanzato la proposta
di ricevere dallo Stato almeno
il contributo costituito dalle
somme ricavate dalle marche da
bollo utilizzate per convalidare
atti e documentazioni. Per alleviare,
in parte, le spese che i comuni
di Alife, Alvignano, Caiazzo,
Castel Campagnano, Castello
del Matese, Dragoni, Gioia
Sannitica, Piana di Monte Verna,
Raviscanina, Ruviano, San Gregorio
Matese, San Potito Sannitico,
Sant’Angelo d’Alife, Ailano,
Capriati a Volturno, Ciorlano,
Gallo Matese, Fontegreca, Letino,
Prata, Pratella e Valle Agricola,
sono stati costretti a sostenere
per evitare che anche l’ufficio del
Giudice di pace di Piedimonte
Matese fosse smantellato, dopo
la chiusura di quello di Capriati a
Volturno.
Si tratterebbe di un parziale
rimborso delle spese che si stanno
sostenendo per mantenere in
città l’Ufficio del Giudice di Pace.
La richiesta è stata avanzata
al Ministero di Giustizia dal Comune
di Piedimonte Matese. In
particolare si chiedono di ricevere
i proventi derivanti dalle marche
da bollo acquistate dai cittadini
che si ritrovano a dover presentare
ricorsi presso il Giudice
di Pace.
L’idea avanzata trova dunque
le sue ragioni nella necessità di
recuperare parte delle spese che
i Comuni interessati hanno scelto
responsabilmente di sostenere
affinché sia garantita la presenza
sul territorio matesino di
un’istituzione importante, evitando
l’inasprirsi dei disagi per i
cittadini.
«Quello che chiediamo al Ministero
di Giustizia è una compartecipazione
alle spese che stiamo
sostenendo per tenere in vita un
ufficio essenziale per il nostro territorio.
Non mi sembra giusto costatare
che i costi dei giudizi vadano
a finire nella casse ministeriali
mentre i Comuni non ricevono
nulla, sebbene si accollino responsabilmente
le spese di mantenimento.
Ecco perché la nostra
richiesta è che ci venga riconosciuta
un’equa compartecipazione
del Ministero, versando gli
introiti delle marche da bollo al
Comune».
È questo il commento del sindaco
di Piedimonte Matese, Vincenzo
Cappello, soddisfatto di
come proseguono le attività
dell’Ufficio di via Don Bosco, un
tempo a rischio soppressione e
oggi sopravvissuto alla chiusura
grazie a una sinergia istituzionale
da accorpare anche la sede di
Capriati a Volturno alla circoscrizione
del capoluogo matesino.
il Giudice di Pace, il comune
di Piedimonte Matese
chiede al Governo una compartecipazione
per il mantenimento
dell’Ufficio in città. La richiesta a
fronte della concessione gratuita
dei locali e delle spese legate al
loro mantenimento. Il comune
matesino ha avanzato la proposta
di ricevere dallo Stato almeno
il contributo costituito dalle
somme ricavate dalle marche da
bollo utilizzate per convalidare
atti e documentazioni. Per alleviare,
in parte, le spese che i comuni
di Alife, Alvignano, Caiazzo,
Castel Campagnano, Castello
del Matese, Dragoni, Gioia
Sannitica, Piana di Monte Verna,
Raviscanina, Ruviano, San Gregorio
Matese, San Potito Sannitico,
Sant’Angelo d’Alife, Ailano,
Capriati a Volturno, Ciorlano,
Gallo Matese, Fontegreca, Letino,
Prata, Pratella e Valle Agricola,
sono stati costretti a sostenere
per evitare che anche l’ufficio del
Giudice di pace di Piedimonte
Matese fosse smantellato, dopo
la chiusura di quello di Capriati a
Volturno.
Si tratterebbe di un parziale
rimborso delle spese che si stanno
sostenendo per mantenere in
città l’Ufficio del Giudice di Pace.
La richiesta è stata avanzata
al Ministero di Giustizia dal Comune
di Piedimonte Matese. In
particolare si chiedono di ricevere
i proventi derivanti dalle marche
da bollo acquistate dai cittadini
che si ritrovano a dover presentare
ricorsi presso il Giudice
di Pace.
L’idea avanzata trova dunque
le sue ragioni nella necessità di
recuperare parte delle spese che
i Comuni interessati hanno scelto
responsabilmente di sostenere
affinché sia garantita la presenza
sul territorio matesino di
un’istituzione importante, evitando
l’inasprirsi dei disagi per i
cittadini.
«Quello che chiediamo al Ministero
di Giustizia è una compartecipazione
alle spese che stiamo
sostenendo per tenere in vita un
ufficio essenziale per il nostro territorio.
Non mi sembra giusto costatare
che i costi dei giudizi vadano
a finire nella casse ministeriali
mentre i Comuni non ricevono
nulla, sebbene si accollino responsabilmente
le spese di mantenimento.
Ecco perché la nostra
richiesta è che ci venga riconosciuta
un’equa compartecipazione
del Ministero, versando gli
introiti delle marche da bollo al
Comune».
È questo il commento del sindaco
di Piedimonte Matese, Vincenzo
Cappello, soddisfatto di
come proseguono le attività
dell’Ufficio di via Don Bosco, un
tempo a rischio soppressione e
oggi sopravvissuto alla chiusura
grazie a una sinergia istituzionale
da accorpare anche la sede di
Capriati a Volturno alla circoscrizione
del capoluogo matesino.
Vincenzo Corniello “Il Mattino”