Poche decine di cittadini allontanati dalle proprie abitazioni, in quanto inagibili a seguito del sisma e, quindi, insicure, negli altri centri del cratere. Queste persone dovranno, prima o poi, rientrare nelle proprie case.
Terremoto del 29 dicembre. Una settantina di sfollati, attualmente ospiti di amici e parenti, tra i quali una ventina di minori, solo a Piedimonte Matese. Due nuclei familiari a Gioia Sannitica ospitati presso locali del Comune. Poche decine di cittadini allontanati dalle proprie abitazioni, in quanto inagibili a seguito del sisma e, quindi, insicure, negli altri centri del cratere. Queste persone dovranno, prima o poi, rientrare nelle proprie case. Ma chi si occuperà della ristrutturazione? La messa in sicurezza, alla luce dell’intesa raggiunta tra Regione e Comuni terremotati, sarà garantita attraverso l’intervento dei Vigili del fuoco. Ma, ad una prima analisi, per le successive opere di consolidamento, ove fossero necessarie, sulle abitazioni private, la questione diventerebbe più complicata. «Non è stato possibile dichiarare lo stato di emergenza – afferma il sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello – questo ci è stato spiegato. Ma – aggiunge – chiarito questo punto, un minuto dopo si è anche detto che occorre completare gli accertamenti per quantificare i danni. In sostanza, allo stato, si stanno studiando le possibilità. D’altra parte la somma per sostenere tali interventi non sarebbe nemmeno eccessiva. Direi che è presto tirare le conclusioni perché manca ancora una quantificazione totale dei danni». Diverso il caso degli interventi da realizzarsi sugli edifici pubblici per i quali i fondi sono disponibili e possono essere attinti dai vigenti strumenti finanziari, come l’accelerazione sui fondi strutturali il cui bando scadeva ieri. A tal fine, proprio ieri sera, si è svolto un incontro tra i sindaci dei sei comuni matesini (Piedimonte, Alife, Castello del Matese, San Gregorio, San Potito e Gioia Sannitica) per porre in essere una convenzione e portare avanti, sinergicamente, gli interventi, delegando Piedimonte come comune capofila. «Per il pubblico si sono trovate soluzioni – conferma il primo cittadino – per il privato, è vero, è più difficile ma, da parte degli stessi consiglieri, anche di minoranza, si stanno esaminando forme di aiuto agli sfollati. Intanto già la messa in sicurezza sarà a titolo gratuito. Per quanto riguarda gli alloggi Iacp di Piedimonte, si è già intervenuto». Dunque coloro che hanno lasciato le abitazioni dovranno cercare, per il momento, soluzioni abitative diverse: «Ad esempio ci sono almeno quattro, cinque nuclei familiari che avrebbero difficoltà a prendere in fitto una casa – precisa Cappello – e allora una soluzione potrebbe essere ricercata tramite le Politiche sociali. D’altra parte il centro di prima accoglienza che era stato allestito e poi smantellato serviva anche a questo. Ora non avrebbe senso pensare a casette o prefabbricati perché, data l’esiguità degli interventi, si farebbe prima a rimettere a posto le abitazioni e ciò sarebbe anche meno oneroso». In sostanza per i cosiddetti sfollati andrebbe cercata una forma di compensazione, pure in termini reddituali, tanto che sarebbe allo studio, da parte dei consiglieri regionali di maggioranza e minoranza, un emendamento al collegato della Finanziaria. Per il momento, tuttavia, i sindaci hanno mostrato ottimismo circa l’apertura da parte della Regione. «Siamo soddisfatti – dichiara il sindaco di Piedimonte – per la disponibilità mostrata dalla Regione».
Roberta Muzio Il Mattino