Il sindaco Vincenzo Cappello ha subito accettato con soddisfazione l’opportunità di incrementare il patrimonio museale della città, a beneficio della mostra di civiltà preromana Gens fortissima Italiae
Tra i provvedimenti varati dalla Giunta Comunale di Piedimonte Matese nel pomeriggio del 17 aprile scorso, spicca la presa d’atto della donazione di un reperto al Museo Civico “Raffaele Marrocco” (Mucirama); un oggetto fittile, del tipo dei votivi anatomici, che ad una prima analisi risulta avere un orizzonte cronologico di fine IV- inizi II secolo a. C. Ad effettuare la donazione – di cui è stata informata la Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, competente per territorio, e la direttrice del Museo, Raffaella Martino – è stato l’Assessore all’Urbanistica ed all’Edilizia Pubblica e Privata Attilio Costarella. Il sindaco Vincenzo Cappello ha subito accettato con soddisfazione l’opportunità di incrementare il patrimonio museale della città, a beneficio della mostra di civiltà preromana Gens fortissima Italiae, primo nucleo del rinato Museo cittadino ripristinato il 16 giugno dell’anno scorso nei locali del complesso monumentale di San Tommaso d’Aquino. Il reperto archeologico è stato a sua volta donato all’Assessore dal cittadino piedimontese Ilario Giardiello, dal cui racconto si desume una modalità di rinvenimento sorprendentemente simile a quella che tra il 1927 e il 1928 portò alla scoperta del cosiddetto ‘Corridore del Monte Cila’ che oggi, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale, fa bella mostra di sé in una apposita saletta del Museo. Il ritrovamento del nuovo reperto sarebbe avvenuto nel terreno dell’ex uliveto Fantini, mentre si dissodava il terreno sotto una imponente muraglia, un sito che per le sue caratteristiche (la prossimità delle sorgenti del Torano, la vicinanza della prima delle quattro cinte di mura pelasgiche lungo il versante meridionale del Monte Cila) fa pensare, in prima istanza, ad una preesistente struttura cultuale al servizio dell’intera comunità dell’Allifae sannitica. L’oggetto della donazione ritrae un arto inferiore destro: una piccola gamba, modellata molto grossolanamente e senza particolari dettagli anatomici, tranne nei particolari delle dita del piede, rese in maniera realistica. E’ fabbricato con argilla chiara, presumibilmente locale, dalla tonalità rosa. La tecnica di esecuzione è a stampo. Si notano sulla superficie inferiore piccole chiazze di colore biancastro, mal conservate poiché stese sul manufatto dopo la cottura e pertanto non stabilmente fissate. Tali caratteristiche cromatiche, accanto ad una certa snellezza e morbidezza che è possibile cogliere nel votivo, permetterebbe di classificarlo, in prima battuta, come gamba destra femminile. Un contributo scientifico sull’inedito votivo anatomico da Monte Cila è stato dato, a cura dell’Assessore Costarella, sull’Annuario 2013 dell’Associazione Storica del Medio Volturno, recentemente presentato alla stampa.
Nuova Gazzetta di Caserta