Berlusconi: non ho mai attaccato la Carta e il capo dello Stato. Bossi boccia il progetto del premier di cambiare la Carta
«Chi arriva a dire che la nostra Carta costituzionale è nata da una filosofia comunista lo fa perché questo è frutto di assenza, di ignoranza e di reazioni varie»: così tuona Oscar Luigi Scalfaro nel suo discorso a piazza Santi Apostoli per la manifestazione indetta dal Pd in difesa della Carta costituzionale. Scalfaro, oratore unico della manifestazione, ha riscosso molti applausi e si è rivolto alla nostra Carta costituzionale come se fosse una persona, dandole del tu e chiedendole scusa «se in questi giorni sono tornati dei commenti che – ha detto – non servono al tuo onore». Tutto questo nella giornata in cui il premier Silvio Berlusconi ha negato di aver mai attaccato la Costituzione e il capo dello Stato. Al contrario, il premier ha rivendicato il fatto di aver difeso la Carta e ha ribadito il suo cordiale rapporto con Napolitano. In ogni caso, Berlusconi ribadisce che la Costituzione «non è un moloch intoccabile, e che è la Carta stessa, all’articolo 138, a prevedere la possibilità di modifiche».
Scalfaro: la Costituzione è nata per unire, non per dividere. «Basta con le inutili polemiche – ha detto Scalfaro – La nostra Costituzione è stata scritta per tutto il popolo italiano e destinata a tutti gli italiani, e serve a unirli». Il presidente emerito ha detto di portare sempre in tasca la Costituzione. «Non dimentichiamo – ha ripetuto – che è nata per un solo scopo, unire il popolo italiano, mai per dividerlo. Nessuno la usi per fare questo perchè sarebbe come tradirla». «Si può aggiornare, ma non stravolgere». «La Costituzione vogliamo aggiornarla, certo, ma non è possibile che sia stravolta – ha detto Scalfaro – Per aggiornarla ci vogliono i due terzi dei parlamentari, e questo bisogna ricordarlo tutti i giorni e non un giorno sì e l’altro no. Non si possono toccare i valori fondamentali di libertà, di giustizia e i diritti inviolabili di una persona. Se la democrazia è governo del popolo, il popolo è la voce prima e più forte». «Supremo tutore è il capo dello Stato». «La Costituzione è la libertà di tutti e noi la difendiamo – ha detto Scalfaro – Il supremo tutore della nostra Carta è il presidente della Repubblica al quale noi rivolgiamo un saluto. Ma qui noi ci fermiamo, perché non vogliamo fare dimostrazioni che possano sembrare un tentativo di tirare il presidente della Repubblica da una parte. Il suo ruolo infatti deve essere di assoluta imparzialità».«Berlusconi non ci faccia temere per libertà e democrazia». «Con rispetto, pacatezza e serenità – ha detto Scalfaro – mi rivolgo al presidente del Consiglio per dirgli: non ci faccia vivere con timori che riguardano la nostra Patria nella libertà e nella democrazia». «L’opposizione stia attenta ai “no” che dice». «Anche l’opposizione si deve impegnare e deve stare attenta ai no che dice per concentrarli sui punti vitali – ha detto Scalfaro – Se si esagera con i no c’è il rischio che la gente si stanchi e che non voglia più andare a votare. Il funzionamento della maggioranza dipende anche dai no che l’opposizione dice, perché le divisioni aspre possono portare a danni seri alla democrazia».«Una mortificazione vedere i sindacati divisi». «La Costituzione italiana è fondata sul lavoro, ma in questo momento di crisi è una mortificazione, un’umiliazione sapere che domani i sindacati saranno rotti. E’ un momento di sofferenza per tutti perché questo vuol dire dare la vittoria alla controparte in un momento in cui sarebbe un profondo bene se ci fosse una forza, uno spirito unitario».«E’ vero: mi sono emozionato». Alla fine del suo discorso, Oscar Luigi Scalfaro ha lasciato piazza Santi Apostoli con qualche difficoltà a causa dell’ovazione che gli è stata tributata dal pubblico. Mentre saliva in auto è stato più volte applaudito. Un giornalista gli ha chiesto se si sia emozionato quando ha dato del tu alla Costituzione. «E’ vero – è stata la risposta – Spero che anche lei abbia contraccambiato». Il papà di un bambino di tre anni gli ha chiesto di fare un autografo per il figlio. Scalfaro, nonostante la ressa, ha acconsentito volentieri, ma non avendo gli occhiali ha fatto una battuta: «Vedendo questo scarabocchio suo figlio un giorno penserà che sono uno dei soliti parlamentari che non sanno nemmeno scrivere». Il presidente emerito ha lasciato piazza Santi Apostoli tra i saluti della gente e ha riscosso più successo di Walter Veltroni che pure è stato attorniato e salutato da molti simpatizzanti.
Veltroni: assolutamente d’accordo con Scalfaro. «E’ stata una grande e civile manifestazione di popolo»: così Walter Veltroni ha definito l’iniziativa del Pd a piazza Santi Apostoli in difesa della Costituzione e di solidarietà con il capo dello Stato. «Sono assolutamente d’accordo con Scalfaro. La Costituzione è un documento che unisce e non divide» ha detto Veltroni. «L’idea di Berlusconi è estranea alla Costituzione». «L’idea che il presidente del Consiglio abbia pensato di trasferire nelle mani di una sola persona il potere legislativo è estranea alla Costituzione – dice Veltroni – E’ una manifestazione per difendere i valori fondamentali della Costituzione, nata in uno dei momenti più drammatici della storia italiana, dopo la liberazione dell’Italia dal fascismo e che ancora oggi è un testo di straordinario valore e utilità».Bonaiuti: anche oggi Veltroni delira. «Anche oggi – ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti – Veltroni continua a delirare e spara la solita serie di falsità contro il presidente Berlusconi».
Cicchitto: in piazza un’orgia di conservatorismo. «Veltroni ha fatto il capolavoro di aver messo in piedi una bella manifestazione dei refrattari e dei conservatori di ogni risma. Altro che riformismo – sostiene Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl – L’antiberlusconismo serve a coprire le contraddizioni interne del Pd, che è diviso su tutto, dalla bioetica alle riforme costituzionali. Non avendo complessi di inferiorità sul terreno della legalità e della correttezza istituzionale, sarebbe un errore cedere il campo a questa orgia di conservatorismo e di giustizialismo rinunciando al riformismo istituzionale e costituzionale».
Berlusconi: mai attaccato la Costituzione. Silvio Berlusconi in giornata era tornato sulla polemica con il Colle sul caso del Decreto legge non firmato dal Quirinale su Eluana Englaro. «La sinistra – ha detto – mi ha accusato di aver attaccato il capo dello Stato e la Costituzione: non c’è niente di più falso!». Da ricordare che ieri Umberto Bossi aveva difeso Napolitano e bocciato il progetto di cambiare la Costituzione per dare più poteri al premier.
«Con Napolitano rapporti cordiali». «Con il presidente Napolitano – ha detto – io ho sempre avuto una cordialità di rapporti che sono sicuro rimarrà tale. E il presidente del Consiglio non ha assolutamente nessun interesse a non avere buoni rapporti con il capo dello Stato».
«La carta non è un moloch intoccabile». Per quanto riguarda la Carta costituzionale, il premier ha detto di aver «difeso la Costituzione in quelle che sono le sue parole precise che danno al governo la piena responsabilità di giudizio per quanto riguarda l’urgenza e la necessità» dei decreti. Detto ciò, tuttavia, Berlusconi tiene il punto sulla possibilità che la Costituzione possa essere rivista: «Presentano la Costituzione come un moloch intoccabile – dice il premier – ma è la stessa Carta a prevedere, nell’articolo 138, la possibilità di essere modificata. Ecco perché chi parla di intangibilità della Costituzione dice una menzogna e finge di dimenticare che i cassetti del Parlamento sono pieni di progetti per modificarla, e molti sono di quella stessa sinistra che ora mi accusa di voler attentare alla Costituzione».
Bersani: Berlusconi confonde verità e menzogna. «A Berlusconi sfugge il confine tra verità e menzogna» ha detto Pierluigi Bersani a margine della manifestazione del Pd. Il ministro ombra dell’Economia del Pd sottolinea il valore dell’iniziativa presa dal Partito democratico: «Ci riporta alle radici profonde del perché stiamo facendo politica. Oggi Oscar Luigi Scalfaro ci ha dato una nuova energia per affrontare qualsiasi problema. Abbiamo ascoltato parole stupende sulla libertà, sulla democrazia, sulla laicità, sul lavoro dette da un padre della Patria. Sono parole che non suonano come retorica. Anzi, nei momenti difficili come quello che sta attraversando il nostro Paese, danno davvero forza a chi ci crede». I giornalisti hanno fatto notare a Bersani che Scalfaro ha consigliato anche alle opposizioni di non esagerare con i “no”. «Certo – ha risposto Bersani – Anche questa è un’osservazione molto giusta. D’altronde, essendo una forza riformista diciamo sempre più sì che no».
The Economist: Berlusconi insofferente alle regole. Il caso di Eluana Englaro ha messo in luce «due caratteristiche dell’Italia di oggi: la perdurante influenza della Chiesa cattolica e l’insofferenza del primo ministro (Silvio Berlusconi) per lo Stato di diritto». È quanto sostiene il settimanale britannico The Economist sul suo prossimo numero. «Perchè», si chiede il giornale, Berlusconi ha fatto varare «un decreto che avrebbe obbligato i medici di Eluana a continuare i trattamenti», visto che «non c’erano elezioni in vista e i sondaggi suggerivano che una larga maggioranza di italiani sosteneva il diritto di Eluana a morire» e che «Berlusconi non sembra un cattolico impegnato»? «L’opposizione – spiega l’Economist – ha denunciato che il premier voleva infliggere una sconfitta alla magistratura», che aveva autorizzato lo stop all’alimentazione di Eluana, «prima di procedere alla riforma della giustizia, e anche che Berlusconi sperava di intimidire il presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano) come parte di una più ampia strategia volta ad assumere egli stesso la presidenza e a dare all’Italia una forma di governo presidenziale».