La carovana Exodus di don Mazzi hafatto tappa al liceo Scientifico per ascoltare le testimonianze dei giovani. Il responsabile della Comunità Pignone: “Bisogna intervenire sull’educazione”
servizio e foto di Michele Menditto per il Corriere di Caserta
La gioventù, croce e delizia del nostro tempo, speranza del futuro ma anche protagonista di incresciosi episodi. C’è una possibilità per chi ha commesso errori, per chi ha intrapreso strade che portano all’autodistruzione e a volte anche al pericolo per l’altro? Una risposta positiva la danno i ragazzi della Carovana della fondazione Exodus, quella che don Antonio Mazzi ha fondato circa 25 anni fa per il recupero di chi attraversa momenti di disagio, e che proprio ieri mattina ha avuto come tappa il liceo scientifico G. Galilei di Piedimonte Matese, con un carico di testimonianze che un gruppo di giovani ha portato con sé, da condividere con gli studenti dell’istituto matesino. E così è stato possibile ascoltare i loro racconti sui primi approcci alle droghe e al carcere minorile, storie tutte a lieto fine, come era evidente dai loro visi sereni e cristallini dai quali traspariva timidezza mista al coraggio di ammettere in pubblico i grandi sbagli commessi. “È sull’educazione che bisogna intervenire”, ha spiegato il responsabile di questa comunità itinerante Giancarlo Pignone, riferendosi al ruolo della famiglia ma anche al quello della stessa scuola, “nessuno di questi ragazzi è nato con la predisposizione all’uso di stupefacenti, ed è importante che sappiano rendersi conto che non è normale fare uso di droghe”. C’è stato spazio anche per momenti di dibattito, a cui gli alunni del Galilei hanno partecipato attivamente assieme al sindaco di Piedimonte Vincenzo Cappello e ai due assessori all’istruzione, comunale e provinciale, Costantino Leuci e Nicola Ucciero.
È un viaggio quello che propone la Carovana di Pignone (non a caso la fondazione è chiamata Exodus, esodo), tutto metaforico: un cammino per rompere i vincoli con le proprie difficoltà per potersi riappropriare della propria vita e dei propri sogni, anche quelli nel cassetto.
È un viaggio quello che propone la Carovana di Pignone (non a caso la fondazione è chiamata Exodus, esodo), tutto metaforico: un cammino per rompere i vincoli con le proprie difficoltà per potersi riappropriare della propria vita e dei propri sogni, anche quelli nel cassetto.
io lavoro da tre anni alla fondazione exodus di cassino e ho potuto accertare che le testimonianze dei diretti interessati hanno un impatto formidabile sui giovani. sono esperinze che dovrebbero essere costantemente diffuse in tutti gli istituti scolastici.
Dr.ssa Concetta Riccio