I provvedimenti del Commissario ad Acta per il Siad non possono tener conto di indirizzi politici. Solo dopo la redazione del piano commerciale, l’Amministrazione Comunale può intervenire. Oltretutto questa situazione è stata ereditata proprio dalla Giunta guidata dall’ex sindaco Carlo Sarro. Anche la segretaria comunale è intervenuta nella seduta: “La votazione così com’è la presentata è inefficace!” rivolgendosi alla minoranza consiliare…di Michele Martuscelli
Seduta tesa, nervosa sul SIAD e dintorni ( piano commerciale e piano urbanistico, richiamato spesso). Tanto da far fallire il tentativo di un documento unanime( è passata la proposta del centro sinistra per l’incontro con il commissario e il progettistica del Puc dopo uno studio della commissione consiliare sul piano commerciale) da far pervenire al commissario ad acta ( la pubblicazione a luglio sul bollettino regionale) insediatosi per l’adozione dello strumento di intervento dell’apparato distributivo (Siad) che sostituisce da luglio giunta e consiglio, “spogliati” di poteri di intervento. E proprio questa circostanza ha fatto “girare” il dibattito tra maggioranza e minoranza nell’ultima riunione.. Quest’ultima ha proposto l’argomento facendolo inserire all’ordine del giorno (un documento specie per la tutela della piccola distribuzione), rivendicando tale iniziativa e criticando la maggioranza di non averlo fatto, come ha detto il capogruppo Ferrante che ha illustrato la problematica in relazione alla bozza presentata alle associazioni di categoria (confesercenti). Ferrante, nell’articolato intervento ha criticato la “genericità” della fotografia della bozza commissariale in materia. Tra gli aspetti criticati la limitazione della valorizzazione del centro naturale commerciale solo al centro storico, la considerazione eccessiva delle aree periferiche per insediamenti medio grandi, la sottovalutazione degli aspetti urbanistici delle aree pubbliche mercatali, gli errori di valutazione, a suo parere, nella possibilità di strutture cimerciali nella zona D (industriale) a causa di un piano regolatore ASI decaduto. A chiedere chiarimenti sulla portata ed utilità degli indirizzi è stato Pepe scettico sui poteri di intervento in una materia commissariata: «Il consiglio non ha competenza perché è stato esautorato.Non vogliamo speculazioni di ogni tipo. Sì a spazi di salvaguardia per il commercio tradizionale ma occorre anche tutelare il consumatore e l’utenza. E’ la legge che ci da i criteri”, rinviando ad una fase successiva l’attivazione di poteri ed iniziative. «Usciamo da questo gioco delle parti- si agganciava il senatore Carlo Sarro, invocando un dibattito trasparente-Vogliamo essere spettatori o protagonisti delle scelte di pianificazione, del futuro della città” evidenziando la finalità politica dell’iniziativa ( la segretaria poneva dubbi sul carattere giuridico del documento). Il senatore Carlo Sarro nel lungo intervento evidenziava alcuni passaggi sconcertanti come la retroattività-sanatoria di autorizzazioni rilasciati, errori, l’eliminazione delle varianti per il recupero di immobili dimessi, la critica di scelte che vincolano anche il PUC(“il siad è integrativo del piano urbanistico”). «o vi fate scudo del commissario o dovreste insorgere” ha concluso Sarro ricordando il tessuto di commercianti. E’ a questo punto che interveniva il sindaco Cappello, ricordando all’ex sindaco di centro destra le inadempienze in materia di disciplina idrogeologica necessaria al PUC e di aver confermato il progettista-consulente del piano regolatore. Tira e molla finale con la votazione separata delle due proposte, annullando ogni tentativo di documento unitario.
Nella foto il Presidente del Consiglio Comunale di Piedimonte Matese Renato Ricca