Da trent’anni custodite al Museo Archeologico di Napoli. Ci sarà anche una mostra per il rilancioda “Il Mattino”
Dopo il via libera ai lavori di ristrutturazione dell’antico cinema-teatro Mascagni, iniziati la scorsa settimana con l’allestimento del cantiere, un’altra buona notizia è giunta in questi giorni dal Comune di Piedimonte Matese per il recupero del patrimonio storico-artistico della città. Già da tempo, infatti, si parla del ritorno in loco delle vecchie collezioni museali che fino al 1973 erano esposte al museo civico ospitato al primo piano del complesso monumentale di San Domenico: adesso, però, è stato presentato dall’amministarzione comunale un progetto esecutivo e già cantierabile, finalizzato all’allestimento di un percorso espositivo all’interno dei nuovi locali del Museo Civico, che sarà inaugurato la prossima primavera dopo imponenti lavori di recupero e ristrutturazione. A dare la notizia è l’assessore al ramo, Attilio Costarella, che sta curando in prima persona la delicata operazione di recupero delle collezioni museali custodite, per oltre trent’anni, nel Museo Archeologico di Napoli, in attesa che i locali al primo e al secondo piano del complesso monumentale di San Domenico fossero adeguati alle normative vigenti. La richiesta di finanziamento avanzata dal Comune di Piedimonte Matese, in risposta all’avviso pubblico regionale, mira a ottenere circa 40mila euro . Una cifra che dovrà servire per allestire tre spazi espositivi all’interno dei locali recentemente restaurati con fondi del Pit Trebulani-Matese: nelle tre sale del percorso museale ad hoc, che sarà dedicato ai siti fortificati sannitici del Matese, troveranno spazio circa 100 reperti rinvenuti nel corso del tempo sul Monte Cila, con pannelli illustrativi e schede informative. Punta di diamante della mostra, che il Comune pensa di poter presentare in anteprima in occasione della imminente inaugurazione del complesso monumentale di San Domenico, sarà la celebre statuetta del Corridore del Cila, un bronzetto di atleta in nudità eroica che leva in alto un cinturone di bronzo, rinvenuto nel 1928 sul Monte Cila, alle pendici meridionali del Matese e datato al V secolo a.C. , testimone dell’incontro tra le civiltà greca e sannita nel cuore dell’Appennino centro-meridionale. Domani, intanto, gli estensori del progetto della società «N Studio» di Roma saranno a Piedimonte Matese per un ulteriore sopralluogo organizzativo.