Il sito che rischia di finire in uno stato di fatiscenza indicibile era oggetto di restyling da parte del Municipio di Piedimonte Matese. La Giunta Bassolino tra gli ultimi “danni” ha negato i finanziamenti e ora la vertenza va innanzi al Tar
Ieri epicentro della vita culturale illuminista, oggi immobile fatiscente in attesa di futuro. In mezzo, oltre mille anni di storia e un ruolo di primo piano, assunto dal Palazzo Ducale Gaetani d’Aragona di Piedimonte Matese quando, ai tempi della poetessa arcadica Aurora Sanseverino, divenne meta obbligata di poeti, filosofi, letterati e artisti. Oggi, il destino che attende la bellissima dimora storica situata nel cuore del borgo medievale di San Giovani è legato a un ricorso al Tar contro la regione Campania, presentato dall’amministrazione comunale dopo il no ai finanziamenti previsti dal bando «Edifici Pubblici Sicuri». La bocciatura In ottobre il Comune presentò, infatti, un progetto ad hoc per il restauro e l’adeguamento statico e funzionale dell’immobile, subordinando alla concessione di un finanziamento pari a 15 milioni di euro l’acquisto di una parte del palazzo, di cui attualmente è proprietaria la Provincia di Caserta. Quel progetto, però, redatto di concerto con la Sovrintendenza ai beni culturali di Caserta, non è stato ammesso a finanziamento: di qui il ricorso al Tar già presentato dal Comune e dal quale dipendono in buona parte le sorti dello storico immobile. «Per ora – spiega il sindaco Vincenzo Cappello – attendiamo il responso della giustizia amministrativa, ma senza restare con le mani in mano: tanto per cominciare, abbiamo già siglato un compromesso sia con la Provincia, che detiene una parte dell’immobile, sia con la famiglia Gaetani, proprietaria dell’altra metà del palazzo. L’accordo ci permetterà di congelare il diritto d’opzione all’acquisto già fatto valere dal Comune in virtù dell’ultimo bando regionale. Di sicuro, quindi, non ci saranno cambi di proprietà entro i prossimi due anni. È chiaro, però, che al di là dei tempi della giustizia amministrativa, intendiamo ricandidare il progetto di riqualificazione architettonica qualora dovessero esserci nuove opportunità di finanziamento legate a bandi pubblici». La storica dimora dei Gaetani d’Aragona, che affaccia sul campanile della chiesa di San Tommaso d’Aquino (detta anche di San Domenico) e su quella del San Salvatore, è un immobile di indiscusso valore architettonico. All’interno, il Cortile delle Aquile, con la bella fontana in travertino, divide diagonalmente i due rami del palazzo, di proprietà, appunto della Provincia e di un ramo della famiglia Gaetani. Sul cortile si apre il porticato cinquecentesco, dal quale si accede agli appartamenti ancora visitabili e solo in rare occasioni aperti al pubblico per concerti o eventi d’arte. I piani «Il nostro auspicio – aggiunge il sindaco Cappello – è quello di poter ospitare all’interno del palazzo istituzioni musicali o didattiche, come conservatori o scuole di alta formazione, ma anche sedi di rappresentanza istituzionale di rilievo provinciale o regionale. Ecco perché abbiamo siglato il compromesso che per due anni manterrà ferma la possibilità per il Comune di opzionare l’acquisto e rilevare l’intera proprietà». Impresa non semplice: la prima parte dell’immobile fu acquisita dalla Provincia con la giunta Ventre. L’opzione fu esercitata anche grazie alle pressioni dell’allora sindaco Carlo Sarro, nell’intento di assicurare quella parte dell’immobile alla proprietà pubblica. Ma, chiaramente, una volta perfezionato l’acquisto, restò la questione del finanziamento, necessario al varo di un progetto di restauro e di recupero di non poco conto. Non è bastato, l’autunno scorso, che l’amministrazione comunale abbia inserito il progetto nel programma triennale delle opere pubbliche, partecipando al bando regionale. Adesso la parola passa al Tar: siamo solo all’inizio di una battaglia elettorale che si preannuncia piuttosto lunga.
Gianfrancesco D’Andrea
Ieri epicentro della vita culturale illuminista, oggi immobile fatiscente in attesa di futuro. In mezzo, oltre mille anni di storia e un ruolo di primo piano, assunto dal Palazzo Ducale Gaetani d’Aragona di Piedimonte Matese quando, ai tempi della poetessa arcadica Aurora Sanseverino, divenne meta obbligata di poeti, filosofi, letterati e artisti. Oggi, il destino che attende la bellissima dimora storica situata nel cuore del borgo medievale di San Giovani è legato a un ricorso al Tar contro la regione Campania, presentato dall’amministrazione comunale dopo il no ai finanziamenti previsti dal bando «Edifici Pubblici Sicuri». La bocciatura In ottobre il Comune presentò, infatti, un progetto ad hoc per il restauro e l’adeguamento statico e funzionale dell’immobile, subordinando alla concessione di un finanziamento pari a 15 milioni di euro l’acquisto di una parte del palazzo, di cui attualmente è proprietaria la Provincia di Caserta. Quel progetto, però, redatto di concerto con la Sovrintendenza ai beni culturali di Caserta, non è stato ammesso a finanziamento: di qui il ricorso al Tar già presentato dal Comune e dal quale dipendono in buona parte le sorti dello storico immobile. «Per ora – spiega il sindaco Vincenzo Cappello – attendiamo il responso della giustizia amministrativa, ma senza restare con le mani in mano: tanto per cominciare, abbiamo già siglato un compromesso sia con la Provincia, che detiene una parte dell’immobile, sia con la famiglia Gaetani, proprietaria dell’altra metà del palazzo. L’accordo ci permetterà di congelare il diritto d’opzione all’acquisto già fatto valere dal Comune in virtù dell’ultimo bando regionale. Di sicuro, quindi, non ci saranno cambi di proprietà entro i prossimi due anni. È chiaro, però, che al di là dei tempi della giustizia amministrativa, intendiamo ricandidare il progetto di riqualificazione architettonica qualora dovessero esserci nuove opportunità di finanziamento legate a bandi pubblici». La storica dimora dei Gaetani d’Aragona, che affaccia sul campanile della chiesa di San Tommaso d’Aquino (detta anche di San Domenico) e su quella del San Salvatore, è un immobile di indiscusso valore architettonico. All’interno, il Cortile delle Aquile, con la bella fontana in travertino, divide diagonalmente i due rami del palazzo, di proprietà, appunto della Provincia e di un ramo della famiglia Gaetani. Sul cortile si apre il porticato cinquecentesco, dal quale si accede agli appartamenti ancora visitabili e solo in rare occasioni aperti al pubblico per concerti o eventi d’arte. I piani «Il nostro auspicio – aggiunge il sindaco Cappello – è quello di poter ospitare all’interno del palazzo istituzioni musicali o didattiche, come conservatori o scuole di alta formazione, ma anche sedi di rappresentanza istituzionale di rilievo provinciale o regionale. Ecco perché abbiamo siglato il compromesso che per due anni manterrà ferma la possibilità per il Comune di opzionare l’acquisto e rilevare l’intera proprietà». Impresa non semplice: la prima parte dell’immobile fu acquisita dalla Provincia con la giunta Ventre. L’opzione fu esercitata anche grazie alle pressioni dell’allora sindaco Carlo Sarro, nell’intento di assicurare quella parte dell’immobile alla proprietà pubblica. Ma, chiaramente, una volta perfezionato l’acquisto, restò la questione del finanziamento, necessario al varo di un progetto di restauro e di recupero di non poco conto. Non è bastato, l’autunno scorso, che l’amministrazione comunale abbia inserito il progetto nel programma triennale delle opere pubbliche, partecipando al bando regionale. Adesso la parola passa al Tar: siamo solo all’inizio di una battaglia elettorale che si preannuncia piuttosto lunga.
Gianfrancesco D’Andrea