Il Mattino di Napoli ha definito la nostra città ed i suoi vicoletti un “Arcobaleno di colori”. E la gente accorre per visitarlo. Domani terzo week-end…
Un piccolo museo all’aperto, spesso dimenticato, certamente bisognoso di maggior cura e attenzione: è il centro storico di Piedimonte Matese, il cuore pulsante della vecchia città medievale, poi arricchitasi di palazzi d’epoca, chiostri e conventi quattro-cinquecenteschi, chiese del Sei-Settecento. Una cornice suggestiva intagliata fra il monte Muto e il Monte Cila, sferzata d’inverno dai venti che si insinuano nel vallone dell’Inferno e scendono giù violenti, fra inghiottitoi e spirali che sanno di impervi costoni di roccia e rigogliosa boscaglia. Un’avventura sorprendente per i colori dei palazzi, per gli androni e i cortili delle case, dove basta un portale socchiuso per spiare nel verde inaspettato di un giardino, di una corte decorata con piante e fiori che animano scale e porticati. Maggio è senza dubbio il mese ideale (anche se poco «odoroso» di rose e fiori d’arancio, a causa del freddo intenso di questi giorni) per vivere da vicino uno scrigno d’arte e di cultura come il borgo medievale di San Giovanni, in occasione del terzo weekend del «Maggio a Piedimonte», promosso dal Comune, in collaborazione con le associazioni culturali del territorio. Domenica, a partire dalle 9,30, l’associazione Gu.Pa.Na proporrà a tutti gli appassionati d’arte e cultura una visita guidata ai monumenti e alle chiese del centro storico, con partenza da piazza del Carmine. Un’occasione come poche per rivivere un’esperienza collettiva che intende, da un lato, avvicinare i più giovani alla conoscenza del patrimonio artistico di una cittadina ricchissima di tesori d’arte, e dall’altro riportare, nei cari luoghi dell’infanzia, i nonni e le nonne, custodi di racconti e di suggestioni retrò, ma anche quei papà e quelle mamme della «generazione di mezzo», solitamente più distratti dal lavoro e dagli impegni. Aperti i principali monumenti della città antica: la quattrocentesca cappella di San Biagio, con il ciclo di affreschi fra i più belli del Gotico internazionale; il chiostro di San Domenico, la chiesa di San Tommaso d’Aquino e quella del San Salvatore, con l’altana di Cosimo Fanzago, la bella Basilica di Santa Maria Maggiore. E proprio la visita al centro storico farà da introduzione al secondo evento della giornata, che si terrà nell’auditorium comunale (ore 18): non tutti sanno, infatti, che la famiglia del grande tenore Enrico Caruso visse, fino a tre mesi prima che «l’ugola d’oro» venisse alla luce, proprio in un palazzo del borgo medievale di San Giovanni. In collaborazione con l’associazione Enrico Caruso, domenica sera ci sarà una serata d’onore in memoria del cantante, con una mostra di documenti e immagini storiche e il concerto, alle 20, del tenore Enzo Errico e del soprano Cira Di Gennaro, accompagnati dal pianista Rosario Messina. Il «Maggio» piedimontese continuerà venerdì e sabato prossimo, con la presentazione degli studi di Astrid Pellicano, Simonetta Conti, Paolo Mnadato, Gabriella Riselli, Aurora Cacopardo, Davide Marino sul tema della transumanza, le cui tracce culturali e antropologiche sono impresse nei tratturi e nelle secolari architetture in pietra.
Tratto da IL MATTINO