Disagiati psichici “sistemati” in alcune strutture private. Paga tutto l’Asl, con i soldi dei cittadini. Vuota, invece, la strututra dell’Asl costruita proprio per ospitare questo tipo di pazienti. Si tratta, probabilmente, dei soliti sprechi dell’azienda sanitaria casertana.
Insorge l’associazione familiari sisagiati psichici che scrive al commissario straordinario dell’Asl, Paolo Menduni. “In riferimento alla mancata apertura detta struttura intermedia residenziale del Dipartimento di Salute Mentale di Piedimonte Matese, i cui lavori hanno avuto inizio nel 2006 e sono terminati nel 2008, nel rappresentare che a quasi tre anni dalla fine dei lavori e dopo che alcuni vertici di codesta Asl avevano fatto credere anche al sindaco di Piedimonte Matese – Vincenzo Cappello – che i lavori fossero terminati, i pazienti psichici e i relativi familiari, sono ancora in attesa dellapertura della stessa. Si chiede di sapere se ci sono motivi ostativi a tate apertura e quali sono”. Struttura sanitaria completata ma mai consegnata. Da anni l’Asl non riesce ad ottenere la fornitura di energia elettrica. La denuncia arriva da Ermanno Preziosi, presidente dell’associazione disagiati psichici. Un edificio totalmente nuovo che doveva ospitare i pazienti della Sir (Struttura Intermedia Residenziale). Ora i venti utenti sono alloggiati in due strutture private. “Da diversi anni, più volte – ha precisato il sindaco Vincenzo Cappello – abbiamo sollecitato l’apertura ai vertici dell’Asl. Abbiamo avuto solo rassicurazioni alle quali non sono mai seguiti fatti concreti. Abbiamo richiesto un nuovo incontro con il commissario Romano per tentare di risolvere la vicenda”.
“Appare inspiegabile, precisa il presidente Preziosi, il mancato utilizzo di una nuova struttura, presso l’ospedale civile che doveva assorbire le necessità dei 17 Comuni della Comunità Montana e quelli afferenti. Oggi, conclude Preziosi, ci chiediamo chi ha collaudato la struttura? Chi ha autorizzato i pagamenti alle ditte appaltatrici? Chi è responsabile dei lavori non eseguiti correttamente?”. Servizi sanitaria negati. Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come ‘zona disagiata’ e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. La sentenza è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale, proposto dal commissario Zuccatelli che, invece, prevede pesanti tagli al sistema sanitario nell’Alto Casertano.Intanto, mentre il sistema Asl continua a funzionare sempre allo stesso modo e con gli stessi sprechi, gli utenti continuano a pagare disagi pesantissimi per le incapacità gestionali di altri.
Nuova Gazzetta di Caserta
Insorge l’associazione familiari sisagiati psichici che scrive al commissario straordinario dell’Asl, Paolo Menduni. “In riferimento alla mancata apertura detta struttura intermedia residenziale del Dipartimento di Salute Mentale di Piedimonte Matese, i cui lavori hanno avuto inizio nel 2006 e sono terminati nel 2008, nel rappresentare che a quasi tre anni dalla fine dei lavori e dopo che alcuni vertici di codesta Asl avevano fatto credere anche al sindaco di Piedimonte Matese – Vincenzo Cappello – che i lavori fossero terminati, i pazienti psichici e i relativi familiari, sono ancora in attesa dellapertura della stessa. Si chiede di sapere se ci sono motivi ostativi a tate apertura e quali sono”. Struttura sanitaria completata ma mai consegnata. Da anni l’Asl non riesce ad ottenere la fornitura di energia elettrica. La denuncia arriva da Ermanno Preziosi, presidente dell’associazione disagiati psichici. Un edificio totalmente nuovo che doveva ospitare i pazienti della Sir (Struttura Intermedia Residenziale). Ora i venti utenti sono alloggiati in due strutture private. “Da diversi anni, più volte – ha precisato il sindaco Vincenzo Cappello – abbiamo sollecitato l’apertura ai vertici dell’Asl. Abbiamo avuto solo rassicurazioni alle quali non sono mai seguiti fatti concreti. Abbiamo richiesto un nuovo incontro con il commissario Romano per tentare di risolvere la vicenda”.
“Appare inspiegabile, precisa il presidente Preziosi, il mancato utilizzo di una nuova struttura, presso l’ospedale civile che doveva assorbire le necessità dei 17 Comuni della Comunità Montana e quelli afferenti. Oggi, conclude Preziosi, ci chiediamo chi ha collaudato la struttura? Chi ha autorizzato i pagamenti alle ditte appaltatrici? Chi è responsabile dei lavori non eseguiti correttamente?”. Servizi sanitaria negati. Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come ‘zona disagiata’ e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. La sentenza è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale, proposto dal commissario Zuccatelli che, invece, prevede pesanti tagli al sistema sanitario nell’Alto Casertano.Intanto, mentre il sistema Asl continua a funzionare sempre allo stesso modo e con gli stessi sprechi, gli utenti continuano a pagare disagi pesantissimi per le incapacità gestionali di altri.
Nuova Gazzetta di Caserta