I primi cittadini di 25 comuni hanno sottoscritto un documento di protesta contro la decisione della Provincia
Mandati di incasso irrevocabili in favore della Gisec. Il Matese si ribella all’ordine del presidente della provincia, Domenico Zinzi. La rabbia dei sindaci del Matese e dell’Alto Casertano — Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Presenzano, Rocca D’Evandro, Roccamonfina, San Pietro Infine, Tora e Piccilli, Ailano, Alife, Capriati a Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Letino, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife, Valle Agricola — scaturisce non solo dalla richiesta di sottoscrivere mandati di irrevocabili ma dalla pretesa, avanzata dalla provincia di verso i comuni di «impegnarsi» a mettere a disposizione la propria tesoreria per eventuali anticipazioni di cassa da erogare sulla base dell’intero gettito impositivo. «Chiunque nella vita abbia amministrato un Comune — sottoscrivono i sindaci — si rende immediatamente conto dell’indefinibile improbabilità di attuazione di tale comma».
La riunione dell’altro ieri sera, 30 novembre, è servita per compattare ancor più il fronte composto da venticinque primi cittadini che hanno redatto e sottoscritto un documento di protesta contro la decisione della provincia. Sostengono che non si può sottoscrivere l’atto di delega nel quale i Comuni si impegnano a trasferire l’intero importo derivante dalla riscossione della Tarsu senza conoscere il piano di attuazione reale con cui la Gisec intenderebbe svolgere il servizio nei singoli Comuni.
I sindaci di 25 comuni ritengono fuori da ogni logica di pianificazione territoriale l’applicazione di una tariffa unica provinciale che accomuna i grandi agglomerati urbani (dove si differenzia poco e che hanno rappresentato per le precedenti gestioni consortili veri e propri «buchi neri» in quanto portatori di debiti enormi per una forse errata calibrazione dei servizi) ai piccoli comuni dell’entroterra casertano. La preoccupazione più forte dei sindaci è che non esiste garanzia di mantenimento dell’aliquota di raccolta oggi effettivamente ottenuta dagli stessi Comuni.
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno
Mandati di incasso irrevocabili in favore della Gisec. Il Matese si ribella all’ordine del presidente della provincia, Domenico Zinzi. La rabbia dei sindaci del Matese e dell’Alto Casertano — Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Presenzano, Rocca D’Evandro, Roccamonfina, San Pietro Infine, Tora e Piccilli, Ailano, Alife, Capriati a Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Letino, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife, Valle Agricola — scaturisce non solo dalla richiesta di sottoscrivere mandati di irrevocabili ma dalla pretesa, avanzata dalla provincia di verso i comuni di «impegnarsi» a mettere a disposizione la propria tesoreria per eventuali anticipazioni di cassa da erogare sulla base dell’intero gettito impositivo. «Chiunque nella vita abbia amministrato un Comune — sottoscrivono i sindaci — si rende immediatamente conto dell’indefinibile improbabilità di attuazione di tale comma».
La riunione dell’altro ieri sera, 30 novembre, è servita per compattare ancor più il fronte composto da venticinque primi cittadini che hanno redatto e sottoscritto un documento di protesta contro la decisione della provincia. Sostengono che non si può sottoscrivere l’atto di delega nel quale i Comuni si impegnano a trasferire l’intero importo derivante dalla riscossione della Tarsu senza conoscere il piano di attuazione reale con cui la Gisec intenderebbe svolgere il servizio nei singoli Comuni.
I sindaci di 25 comuni ritengono fuori da ogni logica di pianificazione territoriale l’applicazione di una tariffa unica provinciale che accomuna i grandi agglomerati urbani (dove si differenzia poco e che hanno rappresentato per le precedenti gestioni consortili veri e propri «buchi neri» in quanto portatori di debiti enormi per una forse errata calibrazione dei servizi) ai piccoli comuni dell’entroterra casertano. La preoccupazione più forte dei sindaci è che non esiste garanzia di mantenimento dell’aliquota di raccolta oggi effettivamente ottenuta dagli stessi Comuni.
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno