Per scongiurare l’eventuale transito di mezzi pesanti nel centro della città, il sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello ha disposto oggi un’ordinanza con la quale vieta il transito lungo via Aldo Moro e via Casino del Duca ai veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate e agli autobus, con eccezione dei mezzi di pronto intervento in servizio d’emergenza. Un provvedimento urgente a seguito della chiusura del Ponte Margherita predisposta dalla Provincia di Caserta, anticipata nei giorni scorsi ma avvenuta lo scorso sabato senza alcun tipo di preavviso, provocando non pochi disagi agli automobilisti che quotidianamente attraversano il punto di collegamento tra il Matese e il resto della provincia, trovatisi d’un tratto a dover rinunciare al passaggio sul Ponte e scegliere altre vie di comunicazione.
Un episodio che ha mandato in tilt la viabilità, con gli enti locali impreparati ad affrontare una chiusura necessaria ma che poteva essere gestita con maggiore attenzione e senso di collaborazione. Ne è convinto il sindaco Cappello, che ritiene fondamentale adesso preparare un piano viabilità affinché i disagi restino contenuti, visto anche che si prospettano tempi lunghi per la sistemazione della struttura sul Volturno: “Senza comunicare alcunché a sindaci e forze dell’ordine, sabato scorso la Provincia di Caserta ha predisposto la chiusura di un importante punto di accesso al nostro territorio, e di conseguenza ci siamo ritrovati impreparati a gestire questo notevole cambiamento nella viabilità del territorio, necessario per la sicurezza di tutti, ma per il quale sarebbe stata più opportuna una pianificazione partecipata da tutti. La Provincia ha gestito questo provvedimento con spiccata superficialità e approssimazione, non preoccupandosi delle conseguenze e degli improvvisi disagi che avrebbe comportato. L’ordinanza di divieto di accesso ai mezzi pesanti in città si è resa perciò necessaria, come lo è l’individuazione di soluzioni alternative a cui la stessa Provincia avrebbe dovuto pensare, ad esempio il miglioramento della segnaletica lungo le strade che da oggi verranno percorse con più frequenza e la corretta illuminazione delle rotonde di cui si parla da giorni. Ho dovuto contattare personalmente i Vigili del Fuoco, il 118 e tutte le forze dell’ordine, che nessuno aveva informato, e con loro i responsabili del trasporto pubblico e privato per ridurre i disagi che in ogni caso ci sono si sono verificati.
Non è la prima volta che negli ultimi tempi l’Ente provinciale si è rivelato incapace di prestare attenzione alle esigenze del territorio. Sono sotto gli occhi di tutti le condizioni dell’Itis di Piedimonte, dichiarato peggior scuola d’Italia e di cui ancora non si conosce nulla, nonostante i finanziamenti nazionali e le rassicurazioni del presidente Di Costanzo, così come per l’Istituto Agrario chiuso dopo il sisma del 2013, e al momento senza alcuna prospettiva. E che dire dei problemi sulla pulizia invernale delle strade provinciali, messa a rischio nel Matese qualche settimana fa e resa possibili solo grazie all’intervento del Prefetto, o della lentezza nell’affrontare la riapertura della Strada Provinciale 11, collegamento tra il Molise e il casertano (Capriati a Volturno-Venafro), da oltre un anno chiusa. Ma anche il disinteresse verso le sorti del Palazzo Ducale di Piedimonte, per il quale sebbene vi si sia stato un finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro, risorse post-sisma, ad oggi non si conosce alcun dettaglio sul progetto di recupero. Insomma, una catena di episodi che attestano l’inadeguatezza dell’Ente di Corso Trieste ad essere vicino alle necessità del territorio altocasertano, una scarsa attenzione impensabile e inaccettabile, e per la quale ci auguriamo davvero un cambio di rotta per il bene di un comprensorio che non merita questa trascuratezza. Tra le poche funzioni che le Province hanno conservato con la riforma Del Rio vi sono proprio viabilità ed edilizia scolastica, ma a quanto pare la Provincia di Caserta con le sue inefficienze sta dimostrando che potrebbe anche chiudere i battenti”.
Oltre agli utenti della strada il danno maggiore lo subiranno le attività commerciali site lungo la S.P. 330, le quali disponevano di un importantissimo numero di clienti di passaggio.
Credo ci siano molti presupposti per avviare procedure di risarcimento.