Il primo cittadino del capoluogo matesino ha notiziato anche il presidente dell’Associazione Avvocati di Piedimonte Matese, Adriano Prato e al rappresentante dell’Ordine Carlo Grillo.
Trenta
giorni di tempo per mettersi in
regola. Decorsi i quali, in caso
di mancato riscontro, l’Ufficio
del Giudice di pace potrebbe
nuovamente chiudere e, questa volta,
senza appello.Sindaci
del comprensorio chiamati ad
adempiere alle promesse fatte:
le spese per il mantenimento di
un servizio inizialmente spostato
a Santa Maria Capua Vetere,
vanno ripartite tra tutti. Nove i
sindaci che ancora non sottoscrivono.
È il primo cittadino di Piedimonte
a prendere carta e penna
e a stendere una
stringata missiva diretta
ai suoi omologhi dei
comuni ricompresi nel
distretto giudiziario di
competenza, un tempo,
dell’Ufficio del giudice
di pace di Capriati a
Volturno. Chiuso l’Ufficio
per motivi di razionalizzazione
decisi a livello
centrale, era stata
fatta richiesta di avere
nel capoluogo matesino
il presidio giudiziario.
Oggi l’Ufficio è aperto
ma, per mantenerlo,
era stata stipulata una
convenzione come previsto
dalla legge. Ora, non tutti i
ventuno comuni interessati,
hanno formalmente ratificato il
documento. L’atto prevede, oltre all’impiego di dipendenti comunali
distaccati presso l’Ufficio
del Giudice di pace, il riparto
delle spese di gestione. Ed è
quest’ultimo aspetto che rimane
insoluto, motivo alla base
della missiva di Vincenzo Cappello.
«Caro collega – si legge nella
nota – con riferimento al mantenimento
dell’Ufficio del Giudice
di Pace di Piedimonte Matese,
faccio seguito a precedenti
scritti e solleciti informali, rimasti
ad oggi privi di riscontro da
parte dei seguenti Comuni: Alife,
Alvignano, Caiazzo, Castel
Campagnano, Piana di Monte
Verna, Raviscanina, Ruviano,
San Gregorio Matese, Sant’Angelo
d’Alife». Segue la richiesta
di formalizzare, con urgenza e
comunque non oltre i trenta
giorni dal ricevimento della lettera,
l’adesione mediante sottoscrizione della convenzione,
secondo
lo schema già approvato.
«Diversamente, – scrive Cappello
nella missiva inviata a tutte
le ventuno municipalità – mi
vedrò costretto a notiziare il presidente
del tribunale di Santa
Maria Capua Vetere, l’impossibilità
a garantire la gestione e,
quindi, il mantenimento in loco
dell’importante ufficio.
Auspicando – conclude
– una positiva soluzione,
nell’interesse
di tutto il territorio».
La nota è stata inviata
anche al presidente
dell’associazione avvocati
di Piedimonte Matese,
Adriano Prato, e al
rappresentante del
Consiglio dell’Ordine
degli avvocati di Santa
Maria Capua Vetere,
Carlo Grillo. Entrambi
avevano tenuto, mesi
fa,una riunione pubblica,
insieme al sindaco
Cappello e a quello di
Capriati, Gianni Prato, nonché
alla presenza degli avvocati del
comprensorio, per fare il punto
sull’iter di trasferimento delle
competenze da Santa Maria a
Piedimonte. In quella sede si
era messo in evidenza come fosse
importante conservare, dopo
la chiusura del tribunale, almeno
tale presidio sul territorio,
soprattutto in virtù del disagio
sostenuto dai cittadini costretti
a recarsi fino a Santa Maria
per le udienze.
giorni di tempo per mettersi in
regola. Decorsi i quali, in caso
di mancato riscontro, l’Ufficio
del Giudice di pace potrebbe
nuovamente chiudere e, questa volta,
senza appello.Sindaci
del comprensorio chiamati ad
adempiere alle promesse fatte:
le spese per il mantenimento di
un servizio inizialmente spostato
a Santa Maria Capua Vetere,
vanno ripartite tra tutti. Nove i
sindaci che ancora non sottoscrivono.
È il primo cittadino di Piedimonte
a prendere carta e penna
e a stendere una
stringata missiva diretta
ai suoi omologhi dei
comuni ricompresi nel
distretto giudiziario di
competenza, un tempo,
dell’Ufficio del giudice
di pace di Capriati a
Volturno. Chiuso l’Ufficio
per motivi di razionalizzazione
decisi a livello
centrale, era stata
fatta richiesta di avere
nel capoluogo matesino
il presidio giudiziario.
Oggi l’Ufficio è aperto
ma, per mantenerlo,
era stata stipulata una
convenzione come previsto
dalla legge. Ora, non tutti i
ventuno comuni interessati,
hanno formalmente ratificato il
documento. L’atto prevede, oltre all’impiego di dipendenti comunali
distaccati presso l’Ufficio
del Giudice di pace, il riparto
delle spese di gestione. Ed è
quest’ultimo aspetto che rimane
insoluto, motivo alla base
della missiva di Vincenzo Cappello.
«Caro collega – si legge nella
nota – con riferimento al mantenimento
dell’Ufficio del Giudice
di Pace di Piedimonte Matese,
faccio seguito a precedenti
scritti e solleciti informali, rimasti
ad oggi privi di riscontro da
parte dei seguenti Comuni: Alife,
Alvignano, Caiazzo, Castel
Campagnano, Piana di Monte
Verna, Raviscanina, Ruviano,
San Gregorio Matese, Sant’Angelo
d’Alife». Segue la richiesta
di formalizzare, con urgenza e
comunque non oltre i trenta
giorni dal ricevimento della lettera,
l’adesione mediante sottoscrizione della convenzione,
secondo
lo schema già approvato.
«Diversamente, – scrive Cappello
nella missiva inviata a tutte
le ventuno municipalità – mi
vedrò costretto a notiziare il presidente
del tribunale di Santa
Maria Capua Vetere, l’impossibilità
a garantire la gestione e,
quindi, il mantenimento in loco
dell’importante ufficio.
Auspicando – conclude
– una positiva soluzione,
nell’interesse
di tutto il territorio».
La nota è stata inviata
anche al presidente
dell’associazione avvocati
di Piedimonte Matese,
Adriano Prato, e al
rappresentante del
Consiglio dell’Ordine
degli avvocati di Santa
Maria Capua Vetere,
Carlo Grillo. Entrambi
avevano tenuto, mesi
fa,una riunione pubblica,
insieme al sindaco
Cappello e a quello di
Capriati, Gianni Prato, nonché
alla presenza degli avvocati del
comprensorio, per fare il punto
sull’iter di trasferimento delle
competenze da Santa Maria a
Piedimonte. In quella sede si
era messo in evidenza come fosse
importante conservare, dopo
la chiusura del tribunale, almeno
tale presidio sul territorio,
soprattutto in virtù del disagio
sostenuto dai cittadini costretti
a recarsi fino a Santa Maria
per le udienze.
Roberta Muzio “Il Mattino”