La Regione deve rimborsare l’Ambito per oltre due milioni e mezzo di euro. Ma i funzionari e il Consiglio Regionale, finora ha “traccheggiato”. Non è più possibile fornire assistenza alle fasce deboli.
Stop
ai servizi assistenziali in
trentuno comuni. Non ci
sono più soldi per pagare i
corrispettivi agli operatori
e alle cooperative. Il Comune
di Piedimonte Matese
mette in mora e diffida la
Regione: quindici giorni
per liquidare oltre due milioni
e mezzo di euro altrimenti
si procede con il recupero
coattivo delle somme,
con addebito di interessi
e spese.
Quello che finora sembrava
un’ipotesi da scongiurare
si è materializzata:
niente più assistenza domiciliare ai non autosufficienti,
disabili e anziani, né contributi ai minori riconosciuti
da un solo genitore e alle
famiglie disagiate e nemmeno
trasporto di disabili.
In sostanza sono stati sospesi tutti i
servizi socio-assistenziali
alle fasce deboli
nel territorio dell’Ambito
C4 comprendente ben trentuno
comuni, incluso le
prestazioni socio-sanitarie
diurne e quelle erogate dal
Servizio sociale assistenziale e
dal Centro sociale polifunzionale.
La ragione è da
ricercare nel mancato trasferimento di
risorse che, a
conti fatti, come elencato
in una missiva del sindaco
di Piedimonte, Vincenzo
Cappello, al governatore
Caldoro, ammontano a
2.565.835 euro. Si tratta di
somme accumulate in periodi
che vanno dal 2011 al
2014. Una situazione di incapienza
che ha portato il
Comune capofila ad accumulare
un ritardo di quindici
mesi nella liquidazione dei corrispettivi agli operatori
e alle Cooperative
che assicurano tali servizi.
Non solo. «L’ente è allo stato esposto a procedure esecutive con pagamento di interessi e spese legali
» ha fatto
sapere Cappello.
«Il presidente Caldoro –
afferma il sindaco che è anche
coordinatore istituzionale
per i comuni dell’ambito
– in un comunicato
stampa del 4 novembre
2013 rendeva noto che erano
stati assegnati alla Regione Campania 586 milioni
di euro che, in forza del
decreto 35, avrebbero consentito
il pagamento di debiti
arretrati precisando
che i pagamenti sarebbero
stati effettuati entro il 10 dicembre
».
Diverse le ragioni alle
quali finora palazzo Santa
Lucia si è appellato. «Nella
riunione dinanzi al Prefetto
di Caserta – spiega ancora Cappello-
si è ripetuto di
non poter effettuare le liquidazioni
o a causa del
patto di stabilità o perché,
nel caso dei fondi ex decreto
35, non è stato approvato il rendiconto 2013.
A causa
del ritardo l’Ambito C4,
con grande rammarico e
nella assoluta indifferenza
dell’amministrazione regionale,
è stato costretto ad
interrompere a gennaio
2015 tutti i servizi e – conclude
-non è accettabile ritardare
di mesi l’erogazione
di risorse perché si preferiscono
ai servizi sociali altri
servizi o perché un Consiglio
regionale non riesce
ad approvare il rendiconto
2013».
ai servizi assistenziali in
trentuno comuni. Non ci
sono più soldi per pagare i
corrispettivi agli operatori
e alle cooperative. Il Comune
di Piedimonte Matese
mette in mora e diffida la
Regione: quindici giorni
per liquidare oltre due milioni
e mezzo di euro altrimenti
si procede con il recupero
coattivo delle somme,
con addebito di interessi
e spese.
Quello che finora sembrava
un’ipotesi da scongiurare
si è materializzata:
niente più assistenza domiciliare ai non autosufficienti,
disabili e anziani, né contributi ai minori riconosciuti
da un solo genitore e alle
famiglie disagiate e nemmeno
trasporto di disabili.
In sostanza sono stati sospesi tutti i
servizi socio-assistenziali
alle fasce deboli
nel territorio dell’Ambito
C4 comprendente ben trentuno
comuni, incluso le
prestazioni socio-sanitarie
diurne e quelle erogate dal
Servizio sociale assistenziale e
dal Centro sociale polifunzionale.
La ragione è da
ricercare nel mancato trasferimento di
risorse che, a
conti fatti, come elencato
in una missiva del sindaco
di Piedimonte, Vincenzo
Cappello, al governatore
Caldoro, ammontano a
2.565.835 euro. Si tratta di
somme accumulate in periodi
che vanno dal 2011 al
2014. Una situazione di incapienza
che ha portato il
Comune capofila ad accumulare
un ritardo di quindici
mesi nella liquidazione dei corrispettivi agli operatori
e alle Cooperative
che assicurano tali servizi.
Non solo. «L’ente è allo stato esposto a procedure esecutive con pagamento di interessi e spese legali
» ha fatto
sapere Cappello.
«Il presidente Caldoro –
afferma il sindaco che è anche
coordinatore istituzionale
per i comuni dell’ambito
– in un comunicato
stampa del 4 novembre
2013 rendeva noto che erano
stati assegnati alla Regione Campania 586 milioni
di euro che, in forza del
decreto 35, avrebbero consentito
il pagamento di debiti
arretrati precisando
che i pagamenti sarebbero
stati effettuati entro il 10 dicembre
».
Diverse le ragioni alle
quali finora palazzo Santa
Lucia si è appellato. «Nella
riunione dinanzi al Prefetto
di Caserta – spiega ancora Cappello-
si è ripetuto di
non poter effettuare le liquidazioni
o a causa del
patto di stabilità o perché,
nel caso dei fondi ex decreto
35, non è stato approvato il rendiconto 2013.
A causa
del ritardo l’Ambito C4,
con grande rammarico e
nella assoluta indifferenza
dell’amministrazione regionale,
è stato costretto ad
interrompere a gennaio
2015 tutti i servizi e – conclude
-non è accettabile ritardare
di mesi l’erogazione
di risorse perché si preferiscono
ai servizi sociali altri
servizi o perché un Consiglio
regionale non riesce
ad approvare il rendiconto
2013».
Roberta Muzio “Il Mattino”