Un esame delle problematiche territoriali per trovare modi e contenuti di un’azione di richiamo specie ai vertici regionali ma anche agli altri livelli istituzionali.
“Il problema grave è che la regione non decide e
questo è un ritardo colpevole”. L’accusa del presidente dell’ente montano
matesino, Fabrizio Pepe, ha avuto come riferimento i problemi della
forestazione (in primis i mancati pagamenti degli stipendi 12 mesi per i
braccianti forestali ad esempio ) ma ben presto ha allargato il discorso ad
altri settori sottolineando il problema generale della sofferenza delle aree
interne. Era questa il tema dell’incontro che ha vista la partecipazione dei
vertici degli enti montani (Santa Croce e Monte Maggiore), dei sindaci e dei
sindacati provinciali. Un esame delle problematiche territoriali per trovare
modi e contenuti di un’azione di richiamo specie ai vertici regionali ma
anche agli altri livelli istituzionali .”Un territorio che non ce la fa più” citando una serie di dati sulla disoccupazione,
sulla povertà crescente, sugli iscritti al sert fino alla cancellazione avvenuta di una serie di servizi collettivi: dobbiamo
troviamo unità, un percorso di azione comune anche con i sindacati perché sui principi nessuno di noi è controparte”
ha detto Pepe non nascondendo il momento di prova che saranno le prossime elezioni regionali(“un banco di prova
perché scontiamo l’assenza di rappresentanti territoriali”). “Siamo una forza ma inconsistente” ha detto il sindaco di
Dragoni Lavornia e neo consigliere provinciale oltre che rappresentante dell’ente montano di Monte Maggiore. “Ci manca
la politica, la capacità di metterci insieme intorno ad un progetto
manifestando un sentimento di rabbia e di amore verso le nostre
comunità. Dobbiamo farci sentire con durezza, prendere i forconi” ha
concluso Lavornia. Una linea “dura” condivisa dal neo sindaco di Gioia
Sannitica, Michelangelo Raccio partendo “dalla situazione di disagio di
tante famiglie allo stremo e con un’economia ferma senza quegli
stipendi. Invece di fare convegni la regione li destini a questa finalità”. Il
presidente del parco. Umberto De Nicola ha portato l’attenzione sulla
nuova programmazione comunitaria :”non si possono fare più
progettini.Lo impone le nuove regole europee” richiamando
l’importanza del patrimonio ambientale, forestale e rilanciando per l’ennesima volta la proposta di impianti di
biomassa per il riuso del cascame forestale. Il rappresentante di Capriati al Volturno ha proposto di attirare
l’attenzione con proteste direttamente a Roma davanti ai palazzi del governo centrale .”Sono ormai le nostre zone
mortificate- ha detto il sindaco di Piedimonte Matese e presidente provinciale del PD con l’elenco di perdite a causa
della “spending review”: sezione distaccata del tribunale, a rischio l’agenzia delle entrate, abbiamo fatto i salti mortali
con gli altri sindaci – ha detto Cappello- per mantenere il giudice di pace a cui vorremmo aggiungere quello di
Capriati, il settore dei trasporti è tra i più mortificati, i mancati pagamenti dei baif e del personale dei servizi sociali,
persino l’Enel è a rischio di ridimensionamento”.
questo è un ritardo colpevole”. L’accusa del presidente dell’ente montano
matesino, Fabrizio Pepe, ha avuto come riferimento i problemi della
forestazione (in primis i mancati pagamenti degli stipendi 12 mesi per i
braccianti forestali ad esempio ) ma ben presto ha allargato il discorso ad
altri settori sottolineando il problema generale della sofferenza delle aree
interne. Era questa il tema dell’incontro che ha vista la partecipazione dei
vertici degli enti montani (Santa Croce e Monte Maggiore), dei sindaci e dei
sindacati provinciali. Un esame delle problematiche territoriali per trovare
modi e contenuti di un’azione di richiamo specie ai vertici regionali ma
anche agli altri livelli istituzionali .”Un territorio che non ce la fa più” citando una serie di dati sulla disoccupazione,
sulla povertà crescente, sugli iscritti al sert fino alla cancellazione avvenuta di una serie di servizi collettivi: dobbiamo
troviamo unità, un percorso di azione comune anche con i sindacati perché sui principi nessuno di noi è controparte”
ha detto Pepe non nascondendo il momento di prova che saranno le prossime elezioni regionali(“un banco di prova
perché scontiamo l’assenza di rappresentanti territoriali”). “Siamo una forza ma inconsistente” ha detto il sindaco di
Dragoni Lavornia e neo consigliere provinciale oltre che rappresentante dell’ente montano di Monte Maggiore. “Ci manca
la politica, la capacità di metterci insieme intorno ad un progetto
manifestando un sentimento di rabbia e di amore verso le nostre
comunità. Dobbiamo farci sentire con durezza, prendere i forconi” ha
concluso Lavornia. Una linea “dura” condivisa dal neo sindaco di Gioia
Sannitica, Michelangelo Raccio partendo “dalla situazione di disagio di
tante famiglie allo stremo e con un’economia ferma senza quegli
stipendi. Invece di fare convegni la regione li destini a questa finalità”. Il
presidente del parco. Umberto De Nicola ha portato l’attenzione sulla
nuova programmazione comunitaria :”non si possono fare più
progettini.Lo impone le nuove regole europee” richiamando
l’importanza del patrimonio ambientale, forestale e rilanciando per l’ennesima volta la proposta di impianti di
biomassa per il riuso del cascame forestale. Il rappresentante di Capriati al Volturno ha proposto di attirare
l’attenzione con proteste direttamente a Roma davanti ai palazzi del governo centrale .”Sono ormai le nostre zone
mortificate- ha detto il sindaco di Piedimonte Matese e presidente provinciale del PD con l’elenco di perdite a causa
della “spending review”: sezione distaccata del tribunale, a rischio l’agenzia delle entrate, abbiamo fatto i salti mortali
con gli altri sindaci – ha detto Cappello- per mantenere il giudice di pace a cui vorremmo aggiungere quello di
Capriati, il settore dei trasporti è tra i più mortificati, i mancati pagamenti dei baif e del personale dei servizi sociali,
persino l’Enel è a rischio di ridimensionamento”.
Michele Martuscelli