La rivolta dei Baif e soprattutto la protesta vibrante delle Istituzioni locali del Matese. Vogliono risposte dai vertici della Regione sugli stipendi agli operai.
E’ rivolta nel Matese, soft, con garbo, ma comunque è iniziata una protesta nei confronti dei vertici regionali, Caldoro in primis e a seguire anche l’assessore regionale Nugnes per le promesse fatte e non mantenute ai Baif delle Comunità Montane della provincia di Caserta. Ed oggi i sindaci del Matese, con Vincenzo Cappello primo cittadino di Piedimonte Matese in testa e i presidenti delle Comunità Montane casertane, Carusone per Formicola, Pepe per Piedimonte Matese e Di Salvo per Roccamonfina hanno occupato la Sala Giunta della Regione Campania insieme ai Baif, mentre altri sono andati a protestare alla Stazione centrale di Napoli e non ne vogliono sapere di tornare indietro, fin quando non arriveranno rassicurazioni e, soprattutto certezze da parte degli addetti ai lavori. “I vertici regionali, partendo dal presidente Stefano Caldoro e passando per l’assessore regionale all’agricoltura Daniela Nugnes, hanno dimostrato in questa fattispecie, una incapacità unica, totale e disarmante su come affrontare il problema degli stipendi ai Baif. Si consideri che tanti sono in attesa del salario da oltre un anno! Questo il commento condiviso da tutti i Baif che fa emergere tutta la rabbia che hanno in seno. Ieri, per la cronaca, Baif e istituzioni dell’Alto Casertano e del Matese, sono stati a Caserta a protestare davanti alla Prefettura. “Ridateci la dignità” è lo slogan scelto e gridato a più riprese ieri mattina dalle centinaia di Baif in servizio presso le comunità montane del Matese e del Monte Maggiore che hanno deciso di scendere in strada e di protestare contro l’assenza di risposte e, soprattutto, di fondi da parte della Regione Campania. Al loro fianco non solo i sindacati di categoria che hanno promosso la protesta, ma anche e soprattutto i presidenti dei due enti montani del Matese Fabrizio Pepe e del Monte Maggiore Antonio Carusone, in carica da meno di un mese, ed i sindaci e loro delegati di quasi tutti i comuni con tanto di fascia tricolore, con in testa il primo cittadino di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello ed i sindaci e consiglieri provinciali di Pietramelara Luigi Leonardo e di Dragoni Silvio Lavornia, che è da poco anche vice presidente della comunità montana che ha sede a Formicola. Fischietti in bocca, bandiere al vento, campanacci delle montagne a ribadire la loro appartenenza alle aree interne del casertano, i braccianti agricoli e idraulico- forestali hanno lanciato un forte grido di dolore alle istituzioni provinciali perché intercedano presso la Regione per ottenere gli stipendi arretrati. Una volta giunti sotto il palazzo del Governo, una delegazione guidata dai presidenti Pepe e Carusone e formata dai sindaci e dai rappresentanti sindacali regionali e provinciali, tra i quali Bruno Ferraro della Fai Cisl, Pasquale Campanile della Flai-Cgil e Gaetano Laurenza della Uila-Uil, sono stati ricevuti per circa un’ora dal capo di gabinetto del Prefetto, Gaetano Cupello, e dal vice prefetto con delega agli Enti Locali Vincenzo Italiano, per un colloquio in cui sono state spiegate le ragioni della protesta e rivendicato il diritto dei laboratori a percepire il salario loro spettante ed atteso, in alcuni casi, anche da 15 mesi.
Cronache di Caserta – Nuova Gazzetta di Caserta