direttore artistico di Teatri di Pietra, Aurelio Gatti, c’erano il
Sindaco Vincenzo Cappello e l’Assessore alla Cultura Costantino Leuci,
che hanno espresso la soddisfazione e l’orgoglio di aver confermato la
presenza di Piedimonte in un circuito teatrale nazionale.
Se negli anni passati si era scelta la cornice suggestiva del Parco archeologico del Monte Cila, stavolta si è portato il teatro al…Museo: infatti gli appuntamenti fanno parte del cartellone “Notti al Museo”, che sta proponendo, in un chiostro che regala magiche atmosfere ogni sera, cinema e teatro insieme a graditissime visite guidate alla mostra “Gens Fortissima Italiae” e al Museo civico recentemente riaperto proprio nel Complesso di San Domenico.
Sul palcoscenico, la compagnia Fontana Medina, guidata da Mario Brancaccio, che ha curato anche la regia dello spettacolo “Pollicinella – Canti e suoni del rito”, un excursus nella storia e nella tradizione della maschera partenopea, a partire dalle sue origini, legate a riti ancestrali, e sviluppatasi insieme alle vicende del popolo napoletano. Suoni, canti, danze e recitazione che hanno emozionato il pubblico in oltre un’ora e mezza di spettacolo senza sosta, intrecciando le corde tragiche e comiche di cui si nutre il mito di Pulcinella.
Al termine dello spettacolo, a ringraziare gli artisti, insieme al direttore artistico di Teatri di Pietra, Aurelio Gatti, c’erano il Sindaco Vincenzo Cappello e l’Assessore alla Cultura Costantino Leuci, che hanno espresso la soddisfazione e l’orgoglio di aver confermato la presenza di Piedimonte in un circuito teatrale nazionale di grande livello artistico dal quale purtroppo sono scomparsi tutti gli altri centri del casertano, come ha sottolineato l’Assessore, che ha curato personalmente la manifestazione, ed è rimasta solo Piedimonte ad affiancarsi a Napoli come uniche presenze campane. Un risultato, ha ricordato ancora il Sindaco, ottenuto con uno sforzo finanziario reso possibile ancora una volta dalle indennità di carica alle quali gli amministratori di Piedimonte Matese rinunciano ormai da sette anni, per destinarle appunto a finalità sociali e culturali che altrimenti sarebbero destinate a tagli dolorosi come accade un po’ dovunque.
Il prossimo appuntamento, sempre nel Chiostro di San Domenico, è per domenica 25 con “L’Oracolo di Delfi”, un testo classico proposto in chiave ironica dalla compagnia di Ernesto Lama.