Cronache web aveva chiesto al segretario provinciale dei Democratici, nonchè sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, di assumere una posizione netta sul caso che ha visto Calderoli, vicepresidente del Senato offendere in maniera razzista il Ministro Kyenge. E la risposta del primo cittadino matesino non è tardata ad arrivare.
Gentile redazione,
ho letto con attenzione la riflessione in cui mi si sollecita ad un intervento in merito alla questione del violento attacco di Calderoli ai danni del Ministro Kyenge. Ringrazio per l’appello e la considerazione che riserva al Partito Democratico provinciale ed a me che ho il piacere di guidarlo da qualche settimana. Come si può immaginare, ho letto con indignazione e preoccupazione le parole dell’esponente leghista non nuovo- ahinoi- a dichiarazioni veramente poco felici. Sono sempre più convinto che gli italiani non ne possano più di attacchi volgari, inutili, banali, offensivi e retrogradi. In nessun altro Paese al mondo sarebbe ammissibile un simile insulto razzista nei confronti di un Ministro della Repubblica da parte di un rappresentante delle istituzioni per cui non mi pare fuori luogo la posizione di chi ha chiesto le immediate dimissioni da parte del vicepresidente del Senato. L’Italia è diventata da anni una comunità multietnica e globale in cui gli immigrati, non solo quelli che giocano – e bene – a calcio, rappresentano una parte fondamentale della società, dell’economia, del vivere comune. Non comprenderlo significa non saper guardare la realtà. Di più, significa essere ottusi. E Calderoli, francamente, si pone nella scia di chi resta saldamente ancorato al nulla. Dalle nostre parti, poi, immigrazione significa spesso lavoro nero, significa vivere ai margini senza ottenere il riconoscimento di alcun diritto, significa finire imbrigliati nella rete delle illegalità o assoldati dalla criminalità che pesca dove maggiore è il disagio e minori i controlli. E dove non ci sono diritti ma solo doveri, la delinquenza trova terreno fertile. E’ per questo che il Partito Democratico ritiene non più prorogabili interventi legislativi volti a dare una dimensione umana e solidale al fenomeno dell’immigrazione. Cominciamo a farli non più estranei dal Paese che li ospita e partiamo dai più piccoli: riconosciamo la nazionalità di italiani ai figli degli immigrati nati in Italia. Un primo passo per garantirci un futuro multietnico e globale. Ce lo chiedono milioni di bambini. Ce lo impone il futuro.
ho letto con attenzione la riflessione in cui mi si sollecita ad un intervento in merito alla questione del violento attacco di Calderoli ai danni del Ministro Kyenge. Ringrazio per l’appello e la considerazione che riserva al Partito Democratico provinciale ed a me che ho il piacere di guidarlo da qualche settimana. Come si può immaginare, ho letto con indignazione e preoccupazione le parole dell’esponente leghista non nuovo- ahinoi- a dichiarazioni veramente poco felici. Sono sempre più convinto che gli italiani non ne possano più di attacchi volgari, inutili, banali, offensivi e retrogradi. In nessun altro Paese al mondo sarebbe ammissibile un simile insulto razzista nei confronti di un Ministro della Repubblica da parte di un rappresentante delle istituzioni per cui non mi pare fuori luogo la posizione di chi ha chiesto le immediate dimissioni da parte del vicepresidente del Senato. L’Italia è diventata da anni una comunità multietnica e globale in cui gli immigrati, non solo quelli che giocano – e bene – a calcio, rappresentano una parte fondamentale della società, dell’economia, del vivere comune. Non comprenderlo significa non saper guardare la realtà. Di più, significa essere ottusi. E Calderoli, francamente, si pone nella scia di chi resta saldamente ancorato al nulla. Dalle nostre parti, poi, immigrazione significa spesso lavoro nero, significa vivere ai margini senza ottenere il riconoscimento di alcun diritto, significa finire imbrigliati nella rete delle illegalità o assoldati dalla criminalità che pesca dove maggiore è il disagio e minori i controlli. E dove non ci sono diritti ma solo doveri, la delinquenza trova terreno fertile. E’ per questo che il Partito Democratico ritiene non più prorogabili interventi legislativi volti a dare una dimensione umana e solidale al fenomeno dell’immigrazione. Cominciamo a farli non più estranei dal Paese che li ospita e partiamo dai più piccoli: riconosciamo la nazionalità di italiani ai figli degli immigrati nati in Italia. Un primo passo per garantirci un futuro multietnico e globale. Ce lo chiedono milioni di bambini. Ce lo impone il futuro.
Cordiali saluti.
Vincenzo Cappello – segretario provinciale Pd – Caserta
Cronache web