Don Gaetano ha suonato anche per il “Grande Papa” Giovanni Paolo II. Domani, per l’occasione, sarà celebrata una solenne messa, alla presenza dei suoi familiari, Autorità Civili, Militari e Religiose ed il sindaco Vincenzo Cappello gli donerà una targa a nome della città di Piedimonte Matese.
Domenica prossima la città di Piedimonte è in festa. Ma non si tratta della solita festa patronale o di altri tipi di festeggiamenti o ricorrenze. No. E’ festa grande (singolare, rara, eccezionale) perché in quella data ricorre il 50esimo anniversario del sacerdozio di Don Gaetano Civitillo, compositore, musicista e organista ufficiale del Papa. Per l’occasione sarà celebrata una solenne messa (alla presenza dei familiari e di autorità civili, militari e religiose) presso la Parrocchia “Ave Gratia Plena”, del Santuario dell’ Immacolata in Piedimonte Matese e sarà consegnata al festeggiato un targa a nome della cittadinanza. Nell’occasione sarà attorniato dalla sua numerosa famiglia: Marcello, Salvatore, Maria, Guido, Italo, Nina e Mimmo; (otto fratelli, professionisti, tutti inseriti nel tessuto sociale, politici, imprenditori: Guido, leader della Confcooperative e membro della Giunta Camerale, Marcello, magistrato).
“Questa solenne concelebrazione – ci ha detto il sindaco Vincenzo Cappello – vuole essere un momento e un segno dell’affetto e della gratitudine verso il concittadino Don Gaetano Civitillo, nel ricordo del 50′ anniversario del suo sacerdozio. Per questo un sentimento profondo di gioia e di festa caratterizza questo incontro. Un ricordo particolare per le nuove generazioni”.
“Questa solenne concelebrazione – ci ha detto il sindaco Vincenzo Cappello – vuole essere un momento e un segno dell’affetto e della gratitudine verso il concittadino Don Gaetano Civitillo, nel ricordo del 50′ anniversario del suo sacerdozio. Per questo un sentimento profondo di gioia e di festa caratterizza questo incontro. Un ricordo particolare per le nuove generazioni”.
Il giorno 21 luglio del 1963, Piedimonte d’Alife, dopo quasi due secoli, ebbe un sacerdote dei Frati Minori Francescani, Padre Marcellino Civitillo, che in questa stessa Chiesa Ave Gratia Plena 50 anni or sono, celebrava la sua prima Messa solenne, con l’assistenza pontificale di S.E. Mons. Raffaele Pellecchia e con la Corale “di S. Lucia al Monte”, magistralmente diretta dal Rev. Padre Cirillo. Un fecondo apostolato ha caratterizzato la vita spirituale di Padre Marcellino, che unendo alla sua vocazione un grande talento musicale fu indicato dagli stessi suoi Superiori, “Provinciale dei francescani” ed dal Vescovo, invogliato a proseguire gli studi musicali presso le maggiori Accademie nazionali, S. Pietro a Maiella in Napoli, S. Cecilia di Roma, consentendogli il passaggio da Frate a Prete, per agevolare gli studi ad un Sacerdote dal grande talento musicale, ma in continuo spostamento. Infatti, dopo aver conseguito varie lauree, oltre ai diplomi in pianoforte ed organo, sostenne diversi esami di alta specializzane come Compositore e Musicista, fino a diventare Organista ufficiale della gloriosa Basilica di S. Pietro nel Vaticano.
Don Gaetano, ha suonato per anni per Giovanni Paolo II, col quale ha avuto un grande rapporto di collaborazione. Il Papa era un Artista, tutti ricordano la sua esperienza teatrale, ma in realtà suonava benissimo il violino e quando cantava la sua tonalità era in fa diesis. Dopo certe funzioni particolari, diceva a Don Gaetano: “Si sente che hai respirato l’arte napoletana, tu hai un tocco dolce e ispirato e suonare è come pregare”. “In questa felice ricorrenza – ha detto ancora il sindaco – del 50° sacerdozio di Don Gaetano Civitillo, il popolo cattolico di Piedimonte Matese avverte la necessità del sacerdote, dei valori del vangelo che egli annuncia, la testimonianza di fede e di amore che egli impersona. Ed in questo giorno di festa e di ringraziamento al Signore, a nome della Città di Piedimonte Matese, Le formuliamo, Don Gaetano, i sentimenti della nostra immensa gratitudine, per la Sua alta missione pastorale e per il Suo genio di musicista, riconoscendo il contributo e l’alto onore che Lei ha apportato ed ancora apporterà per la crescita socio-culturale della nostra città”.
Ma per sapere di più di Don Gaetano Civitillo basta leggere quanto ha scritto il giornalista Paolo Mosca nel suo libro: “Il ciabattino del Papa e altre storie”. Nel capitolo, “I Piccoli miracoli di Piazza S. Pietro”, dedicato a Don Gaetano dice: “Con me Wojtyla cantava in fa diesis”. “Piccolino, con i capelli d’argento, la borsa nera in mano, puntuale lui entra ogni mattina alle otto e trenta nella parrocchia pontificia di Sant’anna. A vederlo così, don Gaetano Civitillo, sembra un severo sacerdote secolare che dà un aiuto al parroco emerito Gioele Schiavella. Ma poi apre la borsa, cava fuori preziosi spartiti (la maggior parte composti da lui), si siede all’organo e comincia ad incantare i fedeli. Dal 1991 è la colonna sonora della gloriosa parrocchia vaticana. “Ma prima ho suonato per anni proprio nella Basilica di San Pietro”, dice lui con orgoglio. “Eravamo in quattro organisti, non dimenticherò mai l’amico Emidio Papinutti, diretti da un artista tedesco”.
Ma per sapere di più di Don Gaetano Civitillo basta leggere quanto ha scritto il giornalista Paolo Mosca nel suo libro: “Il ciabattino del Papa e altre storie”. Nel capitolo, “I Piccoli miracoli di Piazza S. Pietro”, dedicato a Don Gaetano dice: “Con me Wojtyla cantava in fa diesis”. “Piccolino, con i capelli d’argento, la borsa nera in mano, puntuale lui entra ogni mattina alle otto e trenta nella parrocchia pontificia di Sant’anna. A vederlo così, don Gaetano Civitillo, sembra un severo sacerdote secolare che dà un aiuto al parroco emerito Gioele Schiavella. Ma poi apre la borsa, cava fuori preziosi spartiti (la maggior parte composti da lui), si siede all’organo e comincia ad incantare i fedeli. Dal 1991 è la colonna sonora della gloriosa parrocchia vaticana. “Ma prima ho suonato per anni proprio nella Basilica di San Pietro”, dice lui con orgoglio. “Eravamo in quattro organisti, non dimenticherò mai l’amico Emidio Papinutti, diretti da un artista tedesco”.
Ma ancora prima? Chiediamo incuriositi. “Vuole dire quando da bambino suonavo l’ottavino nella banda musicale diretta da papà Mario, a Piedimonte D’Alife, vicino Caserta? Pensi, otto fratelli, tutti con il pallino della musica: persino mamma, di Sorrento, suonava il mandolino. Ma avevo le mani debole per il pianoforte, tra i sei e gli otto anni. Allora mio padre, prima dei concerti della banda, mi faceva spingere con lui il carrello dei gelati del nostro bar per rinforzarmi le dita. Improvvisamente papà all’età di quarant’anni vola in cielo, lascia tutti noi piccoli sul grande cuore di mamma: ma il parroco don Lucio Ferritto, ha scommesso su di me. Seminario, libri e musica: dalle medie fino al diploma in pianoforte a Napoli, e in organo qui a Roma, con canti gregoriani, al Pontificio Istituto di Musica Sacra”.
Don Lucio era la provvidenza? “Lui e altri due “secondi padri. Padre Gioele, che era parroco di Santa Maria del Popolo, dove restai per otto anni e mi convinse a mettere su una corale. Io suonavo pezzi quasi tutti miei. Mi chiamavano il “perosino” , riferendosi al grande Lorenzo Perosi. Ma io ero e sono soltanto un prete che dice messa, confessa e sa suonare anche l’organo. L’altro uomo della provvidenza è stato il cardinale Noè, che mi ha voluto a San Pietro. Là io ho suonato per anni per Giovanni Paolo Il”.
Qual’è stato il vostro rapporto? “Lui era un artista. Tutti ricordano la sua esperienza teatrale, ma in realtà suonava benissimo il violino. Dopo certe funzioni particolari, mi dava coraggio: ‘Si sente che hai respirato l’arte napoletana’, diceva. ‘Hai un tocco dolce, ispirato’. Con Lui ho imparato che suonare è come pregare: le stesse idee del vicario di oggi, il cardinale Comastri”.
Le sue composizioni più ispirate, a chi le dedica? “Alla Madonna. Per questo ero così in sintonia con Giovanni Paolo Il e con il suo motto Totus tuus. Quando celebrava cantando, si fidava di me: lo seguivo nella sua tonalità in fa o in fa diesis”.
Poi il cardinale Noè l’ha fatta tornare con padre Gioele, diventato parroco di Sant’Anna. “Ringraziai Wojtyla per tutti i suoi consigli, ed eccomi qua, da sedici anni. Con una corale di trentacinque elementi che fa concerti in città e fuori. Proviamo il lunedì e il venerdì nella sala del Buon Consiglio, proprio di fronte alla farmacia”.
E’ vero che ha musicato una poesia di Salvatore Di Giacomo? “Sì, ‘Nu pianoforte ‘e notte’. La considero quasi una preghiera di una città povera, ma ricca di sentimenti”.
Ferdinando Terlizzi – Nuova Gazzetta di Caserta