Il sindaco Vincenzo Cappello: “Il problema dell’alta velocità stiamo cercando di risolvero nel migliore dei modi” La velocità media dei veicoli è scesa anche nelle ore notturne.
Giornata di rilevamenti elettronici della velocità, ieri, a Piedimonte Matese. Dopo le immancabili polemiche durante la fase di avvio dei controlli, nel mese di aprile, le venti colonnine arancioni dei cosiddetti Velok sono state ampiamente metabolizzate dagli automobilisti. Sia in mattinata che al pomeriggio, i vigili urbani hanno presidiato alcune delle postazioni presenti lungo le arterie cittadine. Dei rilevamenti era stata data notizia, come di consueto, sul sito web del Comune, con l’indicazione esatta degli orari. Una funzione più che altro di deterrenza, secondo gli intendimenti del Comune, come precisò lo stesso sindaco Vincenzo Cappello in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto di sicurezza stradale. «Possiamo affermare senz’ombra di smentita – commenta il sindaco – che il problema dell’alta velocità sia stato risolto. La presenza delle venti colonnine arancioni ha effettivamente svolto una funzione di deterrenza e la velocità media degli autoveicoli è scesa di molto. Abbiamo constatato, d’altronde, che il numero complessivo delle contravvenzioni elevate fino ad oggi è piuttosto basso, circa quaranta verbali giornalieri, se i controlli sono effettuati per l’intera giornata e su più strade. Soprattutto sulla strada provinciale 331, arteria notoriamente a rischio, in passato, per i numerosi incidenti mortali causati dall’alta velocità, le auto viaggiano nel rispetto dei limiti prescritti dal codice». Anche nelle ore notturne, secondo il sindaco, la velocità media è scesa di parecchio: «I Velok sono sempre segnalati – aggiunge – e la spia luminosa intermittente è visibile anche da lontano. Credo, quindi, che al di là di qualche polemica non fondata che ha caratterizzato l’avvio dei rilevamenti, sia stato raggiunto davvero un buon risultato sul fronte della sicurezza stradale in tutte le principali arterie della città».
Gianfrancesco D’Andrea – Il Mattino