Si tratta di un
volume manoscritto di circa
800 pagine che è stato redatto
alla metà del Settecento, per
Piedimonte come per tutte le
città dell’allora Regno di
Napoli, al fine di riordinare e
modernizzare la politica fiscale, così come aveva voluto
Carlo di Borbone.
volume manoscritto di circa
800 pagine che è stato redatto
alla metà del Settecento, per
Piedimonte come per tutte le
città dell’allora Regno di
Napoli, al fine di riordinare e
modernizzare la politica fiscale, così come aveva voluto
Carlo di Borbone.
Il Catasto Onciario datato 1754 torna a Piedimonte
Matese. A dare il bentornato
all’opera storica è stato il vicesindaco
Costantino Leuci
nel
corso della presentazione nella
biblioteca comunale della città,
la stessa nella quale il catasto
sarà conservato. La Regione
Campania nei mesi scorsi
aveva disposto un finanziamento di 1633 euro per il
restauro del Catasto Onciario,
custodito presso la Biblioteca
di via Caruso. Si tratta di un
volume manoscritto di circa
800 pagine che è stato redatto
alla metà del Settecento, per
Piedimonte come per tutte le
città dell’allora Regno di
Napoli, al fine di riordinare e
modernizzare la politica fiscale, così come aveva voluto
Carlo di Borbone, illuminato
sovrano di Napoli dal 1735 al
1759. Nel volume in questione
è fotografata la società piedimontese nel 1754, con il numero e il nome degli abitanti, la
composizione delle famiglie (i
fuochi) ma anche con la descrizione delle proprietà, delle professioni e delle abitazioni. Una
fonte preziosa per gli storici e
per tutti coloro che fossero
interessati a conoscere la storia
della città e del territorio, che
però non era mai stato sottoposto a manutenzione e restauro,
col rischio di deteriorarsi e di
perdersi irrimediabilmente. Il
progetto prevedeva un accurato
restauro condotto per ogni singola pagina del manoscritto, in
modo da arrestare il moltiplicarsi delle muffe e il processo
di deterioramento della carta
che rischierebbe presto di rendere illeggibile il testo. Sottoposta a restauro anche la rilegatura e la copertina che però è
di epoca successiva alla redazione del Catasto.
“Oggi portiamo a compimento un percorso
– ha dichiarato Leuci –
che fortunatamente è stato
breve in quanto meno di un
anno fa abbiamo inoltrato alla
Regione l’istanza di finanziamento per il restauro dell’opera. Benché rimodulata nella
somma l’istanza è stata accolta
e dunque approvata in modo
da dare immediatamente avvio
all’iter per il restauro che si è
concluso restituendoci un’opera unica nel suo genere”
.
“Con
questo intervento prosegue la
politica della nostra Amministrazione di rilancio delle
strutture culturali cittadine,
come la Biblioteca comunale,
che è stata finalmente sottratta
all’incuria e all’indifferenza
che ne faceva una “sconosciuta” per gli stessi piedimontesi
ed è ormai diventata un punto
di riferimento per associazioni
e cittadini singoli che abbiano
interesse alla diffusione della
cultura”
ha poi concluso il
vicesindaco di Piedimonte
Matese visibilmente soddisfatto per il ritorno a casa del
manoscritto.
Matese. A dare il bentornato
all’opera storica è stato il vicesindaco
Costantino Leuci
nel
corso della presentazione nella
biblioteca comunale della città,
la stessa nella quale il catasto
sarà conservato. La Regione
Campania nei mesi scorsi
aveva disposto un finanziamento di 1633 euro per il
restauro del Catasto Onciario,
custodito presso la Biblioteca
di via Caruso. Si tratta di un
volume manoscritto di circa
800 pagine che è stato redatto
alla metà del Settecento, per
Piedimonte come per tutte le
città dell’allora Regno di
Napoli, al fine di riordinare e
modernizzare la politica fiscale, così come aveva voluto
Carlo di Borbone, illuminato
sovrano di Napoli dal 1735 al
1759. Nel volume in questione
è fotografata la società piedimontese nel 1754, con il numero e il nome degli abitanti, la
composizione delle famiglie (i
fuochi) ma anche con la descrizione delle proprietà, delle professioni e delle abitazioni. Una
fonte preziosa per gli storici e
per tutti coloro che fossero
interessati a conoscere la storia
della città e del territorio, che
però non era mai stato sottoposto a manutenzione e restauro,
col rischio di deteriorarsi e di
perdersi irrimediabilmente. Il
progetto prevedeva un accurato
restauro condotto per ogni singola pagina del manoscritto, in
modo da arrestare il moltiplicarsi delle muffe e il processo
di deterioramento della carta
che rischierebbe presto di rendere illeggibile il testo. Sottoposta a restauro anche la rilegatura e la copertina che però è
di epoca successiva alla redazione del Catasto.
“Oggi portiamo a compimento un percorso
– ha dichiarato Leuci –
che fortunatamente è stato
breve in quanto meno di un
anno fa abbiamo inoltrato alla
Regione l’istanza di finanziamento per il restauro dell’opera. Benché rimodulata nella
somma l’istanza è stata accolta
e dunque approvata in modo
da dare immediatamente avvio
all’iter per il restauro che si è
concluso restituendoci un’opera unica nel suo genere”
.
“Con
questo intervento prosegue la
politica della nostra Amministrazione di rilancio delle
strutture culturali cittadine,
come la Biblioteca comunale,
che è stata finalmente sottratta
all’incuria e all’indifferenza
che ne faceva una “sconosciuta” per gli stessi piedimontesi
ed è ormai diventata un punto
di riferimento per associazioni
e cittadini singoli che abbiano
interesse alla diffusione della
cultura”
ha poi concluso il
vicesindaco di Piedimonte
Matese visibilmente soddisfatto per il ritorno a casa del
manoscritto.
Cronache di Caserta