Il Comune corre ai ripari e si munisce di uno strumento molto utile, monitorare appunto le aree devastate dai roghi estivi…
La Giunta Comunale
di Piedimonte Matese ha
provveduto, con la delibera
numero 24, all’adozione del
Catasto degli incendi
boschivi, documento che
censisce tutte le aree colpite
da incendio sul territorio
comunale nell’ultimo quinquennio.
Uno strumento
valido ed essenziale per un
Comune, istituito per la
prima volta dal centro matesino,
al fine di arginare il
triste fenomeno degli incendi
dolosi appiccati a fini
speculativi, al suo picco nei
mesi estivi come tutti sappiamo,
poiché le aree di cui
parliamo risultano sottoposte
a tutta una serie di vincoli
e divieti di carattere
edilizio e urbanistico, così
come previsto dalla legge
quadro n.353/2000, che al
suo articolo 10 impone proprio
delle prescrizioni sulle
zone boschive e i pascoli
percorsi dal fuoco.
Dal 2007 il Settore Ambiente
e Territorio si è occupato
dunque dell’aggiornamento
dei soprasuoli interessati dal
fuoco, facendo uso anche
delle comunicazioni del
Corpo Forestale dello Stato,
redigendo il documento con
l’elenco dei suoli censiti,
approvato ora dalla Giunta
guidata dal sindaco Vicenzo
Cappello (nella foto).
La legge quadro 353/2000
regola l’utilizzo dell’area
interessata da incendio stabilendo
dei vincoli temporali.
Impone, ad esempio, che
vi sia l’immodificabilità
delle destinazioni dei suoli
per un periodo di quindici
anni, il vincolo di inedificabilità
per un decennio (salvo
i casi in cui la relativa autorizzazione
o concessione sia
stata già rilasciata in data
precedente l’incendio e sulla
base degli strumenti urbanistici
vigenti a tale data. E’
imposto altresì il divieto per
cinque anni di procedere al
rimboschimento e di avviare
progetti di ingegneria
ambientale con risorse
finanziarie pubbliche. Infine,
il divieto di pascolo e di
caccia nelle suddette aree
per un decennio. Ecco quindi
che il Catasto degli incendi
va a scoraggiare le azioni
dolose di coloro che li innescano
con l’idea di avere poi
una facile disponibilità di
quei terreni. E allo stesso
tempo stimola gli amanti
della natura a un’attenta sorveglianza
delle aree verdi
che costituiscono un grande
patrimonio del territorio.
Come previsto dalla procedura
amministrativa, l’elenco
delle aree censite resta
affisso all’Albo pretorio del
Comune per trenta giorni,
affinché i cittadini possano,
se ritengono opportuno, presentare
ricorso per opporsi
al vincolo.
di Piedimonte Matese ha
provveduto, con la delibera
numero 24, all’adozione del
Catasto degli incendi
boschivi, documento che
censisce tutte le aree colpite
da incendio sul territorio
comunale nell’ultimo quinquennio.
Uno strumento
valido ed essenziale per un
Comune, istituito per la
prima volta dal centro matesino,
al fine di arginare il
triste fenomeno degli incendi
dolosi appiccati a fini
speculativi, al suo picco nei
mesi estivi come tutti sappiamo,
poiché le aree di cui
parliamo risultano sottoposte
a tutta una serie di vincoli
e divieti di carattere
edilizio e urbanistico, così
come previsto dalla legge
quadro n.353/2000, che al
suo articolo 10 impone proprio
delle prescrizioni sulle
zone boschive e i pascoli
percorsi dal fuoco.
Dal 2007 il Settore Ambiente
e Territorio si è occupato
dunque dell’aggiornamento
dei soprasuoli interessati dal
fuoco, facendo uso anche
delle comunicazioni del
Corpo Forestale dello Stato,
redigendo il documento con
l’elenco dei suoli censiti,
approvato ora dalla Giunta
guidata dal sindaco Vicenzo
Cappello (nella foto).
La legge quadro 353/2000
regola l’utilizzo dell’area
interessata da incendio stabilendo
dei vincoli temporali.
Impone, ad esempio, che
vi sia l’immodificabilità
delle destinazioni dei suoli
per un periodo di quindici
anni, il vincolo di inedificabilità
per un decennio (salvo
i casi in cui la relativa autorizzazione
o concessione sia
stata già rilasciata in data
precedente l’incendio e sulla
base degli strumenti urbanistici
vigenti a tale data. E’
imposto altresì il divieto per
cinque anni di procedere al
rimboschimento e di avviare
progetti di ingegneria
ambientale con risorse
finanziarie pubbliche. Infine,
il divieto di pascolo e di
caccia nelle suddette aree
per un decennio. Ecco quindi
che il Catasto degli incendi
va a scoraggiare le azioni
dolose di coloro che li innescano
con l’idea di avere poi
una facile disponibilità di
quei terreni. E allo stesso
tempo stimola gli amanti
della natura a un’attenta sorveglianza
delle aree verdi
che costituiscono un grande
patrimonio del territorio.
Come previsto dalla procedura
amministrativa, l’elenco
delle aree censite resta
affisso all’Albo pretorio del
Comune per trenta giorni,
affinché i cittadini possano,
se ritengono opportuno, presentare
ricorso per opporsi
al vincolo.
Cronache di Caserta