Il sindaco di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, è un sindaco «fuori dal comune». Lui e la giunta municipale non hanno mai percepito le indennità di carica. Durante i cinque anni del primo mandato hanno destinato alla cittadina ai piedi del massiccio del Matese, circa 600 mila euro. La stessa cosa stanno facendo e faranno per la durata del secondo mandato, iniziato alcuni mesi fa, dopo una schiacciante vittoria elettorale: altri 600 mila euro per aiutare i meno fortunati, attraverso l’acquisto di libri, medicine, il pagamento di bollette energetiche, buoni pasto e ogni altra forma di aiuto necessaria per rendere più dignitosa l’esistenza di tante famiglie. Parlano chiaro le ultime delibere di giunta che, ad esempio, hanno destinato 10mila euro al pagamento di un’assistente sociale che dovrà seguire alcune famiglie, oppure 300euro erogati per l’acquisto di un vaccino essenziale per un ragazzo affetto da una grave patologia. Tutti fondi ricavati dalla rinuncia alle indennità. Alcuni anni fa, vennero utilizzate gran parte delle indennità di carica per l’acquisto di un appartamento all’interno dell’antico palazzo ducale. In esso l’amministrazione Cappello intende realizzare una struttura capace di ospitare le donne vittime di violenza.
IL SINDACO DI PIEDIMONTE MATESE- «E’ stata un’azione in perfetta sintonia con il nostro programma elettorale — ha precisato Cappello — con la quale abbiamo voluto lanciare al paese un chiaro segnale che gli artefici del nostro futuro dobbiamo essere tutti noi e per questo serve rimboccarci le maniche». Con la rinuncia alle indennità l’amministrazione di Piedimonte Matese acquista testi scolastici che poi cede in comodato d’uso, paga tasse e spese universitarie a studenti meritevoli, barelle per l’ospedale cittadino, spese energetiche a persone in difficoltà. Insomma in un momento in cui la politica e i politici si fanno notare per la loro «voracità», l’amministrazione del sindaco Cappello va controcorrente. Aiutare giovani studenti è un’idea che si innesta tra gli obiettivi dell’amministrazione che intende promuovere azioni atte a sostenere quei cittadini che per motivi contingenti e straordinari si trovano a dover fronteggiare difficoltà di carattere socio-sanitario, economico, di inserimento. Sin dal 2007, sindaco, assessori e consiglieri di Piedimonte Matese rinunciano agli emolumenti ed utilizzano quelle somme — per una cifra che supera di poco i 100mila euro all’anno — per interventi nel campo del sociale attraverso la realizzazione di progetti di lavori di pubblica utilità. «Abbiamo deciso di intensificare gli sforzi nell’azione di contrasto alla povertà e di sostegno alle fasce più deboli, nonostante il taglio drastico dei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione — spiega il primo cittadino — . Lo facciamo ponendo in essere un’iniziativa che non si configurasse come una sorta di elemosina, bensì come un corrispettivo per un lavoro svolto, per salvaguardare la dignità degli individui».
RIMBORSI ALLE FAMIGLIE DISAGIATE- Tra le tante messe a segno con molta soddisfazione spiccano i rimborsi delle tasse universitarie alle famiglie bisognose con figli che studiano fuori sede e le 120 persone che a fronte di lavori socialmente utili, (piccola manodopera, tinteggiatura, controlli dinnanzi alle scuole e servizi di pulizie) sono riusciti a guadagnare un contributo mensile di duecento euro. «La politica, per noi, è una passione che coltiviamo fornendo assistenza ai bisognosi del nostro paese — dice il sindaco Cappello — in questo periodo di sacrifici, chi sta al vertice deve dare il buon esempio. Invitiamo anche i nostri colleghi di altre realtà amministrative provinciali, regionali e nazionali a prendere sul serio e adottare questa nostra iniziativa».
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Corriere del Mezzogiorno