Visita non annunciata del critico d’arte che ha ammirato i tanti luoghi di pregio presenti nella cittadina casertana. Il blitz nella serata di domenica
Blitz di Vittorio Sgarbi a Piedimonte Matese nella tarda serata di domenica scorsa. La visita, per niente annunciata, è stata «ufficializzata» solo a cose avvenute dal funzionario delegato della Soprintendenza alle Gallerie di Caserta, Ferdinando Creta, e da Enrico Stanco, funzionario della Soprintendenza Archeologica di Alife. Il critico d’arte proveniva dal Nolano, dove si era recato per ritirare un premio. Accolto da una improvvisata delegazione cittadina capeggiata dal sindaco Vincenzo Cappello e dall’assessore Attilio Costarella, Vittorio Sgarbi ha visitato l’ex Convento di San Tommaso d’Aquino, sede del Museo Civico «Raffaele Marrocco», oggetto in questi giorni dell’avvio del primo lotto dei lavori di allestimento espositivo delle collezioni museali. Qui la sua attenzione è stata attirata dalle tele della pinacoteca, dalle sculture e dalle ceramiche del Settecento, cerretesi e del Battiloro, definite «belle fino all’inverosimile». Sgarbi, sempre accompagnato dagli amministratori cittadini, ha quindi visitato l’attigua Chiesa gotica di San Domenico, poi San Biagio, ultimo esempio del gotico edificato a Piedimonte Matese negli sul finire del ‘300, i cui affreschi sono stati attribuiti ad un tardo seguace di Pietro Cavallini. Salite le rampe di San Marcellino, Sgarbi si è avventurato, in compagnia del parroco don Cesare Tescione, nella Basilica Pontificia di Santa Maria Maggiore, dove ha ammirato la tavola quattrocentesca dell’Annunciazione. Di qui, poi, ha raggiunto il Santuario Mariano di Ave Gratia Plena e, successivamente, il Convento di Santa Maria Occorrevole. Sgarbi non ha nascosto la sua sorpresa per l’alta concentrazione di pregevoli opere d’arte in una piccola città come Piedimonte Matese; tutto merito dei principi Gaetani dell’Aquila d’Aragona, capaci di attrarre il fior fiore di artisti e letterati europei presso la loro corte.
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno