Cappello: “Il Comune capofila è pronto a mettere a disposizione i locali di piazza Carmine in comodato d’uso”. Nella mattinata di ieri si è tenuta una nuova riunione con gli avvocati…
Salvare il Giudice di Pace passando attraverso l’accorpamento degli uffici di Piedimonte Matese e Capriati al Volturno. È questa l’intesa di massima raggiunta dai sindaci riuniti, nella tarda mattinata di ieri, nella stanza del primo cittadino del capoluogo matesino. A seguito della lettera aperta del presidente dell’associazione degli avvocati del foro di Piedimonte Luigi Cimino e della sua sollecitazione a decidere in fretta il da farsi per evitare la soppressione delle due sedi giudiziarie, in tanti tra sindaci e amministratori comunali hanno risposto all’appello e partecipato ad un incontro durato oltre due ore e a cui hanno partecipato anche i massimi rappresentanti dei legali matesini, in primis Cimino con i consiglieri Antonio Palmieri, Michela Visone e Amedeo Insero. Nella consapevolezza generale delle ristrettezze economiche che tutti i comuni stanno vivendo ormai da tempo a causa dei continui tagli delle risorse operati dal Governo centrale e dalla Regione, più di un sindaco, soprattutto del versante capriatese tra cui Antonio Montoro di Fontegreca, Domenico Scuncio di Prata Sannita, Antonio Orsi di Letino e l’assessore Domenico Buccio di Ciorlano, ha sottolineato l’impossibilità per i rispettivi Enti di sostenere i costi notevoli per il mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace di Capriati che, secondo quanto illustrato dal sindaco Giovanbattista Viccione, ammonterebbero a circa 70 mila euro all’anno, una cifra questa poi da ripartire tra i 9 comuni ricadenti nel circondario capriatese. Da qui la proposta di Montoro di “unificare i due uffici per salvare un solo Giudice di pace per l’intero territorio che da Capriati va a Piedimonte e fino a Caiazzo, abbattendo così i costi che dovranno essere calcolati sulla base dei residenti di ciascun comune”, che ha registrato l’unanime condivisione tanto che subito si è iniziato a parlare in termini unitari con l’accorpamento delle due sedi. Fermo restando la posizione espressa dal sindaco di Piana di Monte Verna Raffaele Santabarbara dettosi contrario a sostenere costi vista la vicinanza tra il suo comune e la sede centrale di Santa Maria Capua Vetere dove verrebbero trasferiti i giudice di pace secondo la soppressione decisa dal Governo Monti, è nato un confronto acceso a seguito della rivendicazione dei sindaci del capriatese a vedere ubicata l’eventuale sede del Giudice di Pace nella stessa Capriati a Volturno, una ipotesi questa non ritenuta né logica né funzionale dagli altri primi cittadini presenti che puntano sul capoluogo matesino dove già insistono gli uffici notifiche con gli ufficiali giudiziari e gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate. Il presidente degli avvocati Cimino ed il consigliere Palmieri hanno spiegato che è impossibile mantenere in vita la sede capriatese “perché non rispetta il tetto minimo delle sentenze annuali fissato in 560, con appena 232 dispositivi emessi, mentre Piedimonte supera quota 900″, ed ammonito i sindaci presenti “sulla scadenza dell’11 marzo che incombe ormai, per cui bisogna fare presto”, tesi sposata anche dalle fasce tricolori di Alife Giuseppe Avecone, di Caiazzo Stefano Giaquinto e di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello che ha assicurato che “il comune capofila è pronto a fare la sua parte e a mettere a disposizione del ministero della Giustizia, in comodato d’uso gratuito, i locali della sezione staccata del Tribunale di Piazza Carmine con la proposta di creare una cittadella giudiziaria con insieme gli uffici del Giudice di Pace e del Tribunale civile e penale”. I sindaci torneranno ad incontrarsi nei prossimi giorni per la sottoscrizione del documento d’intenti e per la costituzione del consorzio che dovrà sostenere i costi di mantenimento, funzionamento e gestione della sede unica del Giudice di Pace, pari a circa 170 mila euro da ripartire su 23 comuni secondo i criteri del numero degli abitanti e della distanza kilometrica per venire così incontro ai comuni più piccoli.
Enzo Perretta – Cronache di Caserta
Enzo Perretta – Cronache di Caserta