I sindaci dell’Alto Casertano, sposano la tesi del primo cittadino del capoluogo matesino. Nessuno vuole firmare cambiali in bianco
La battaglia contro contro il consorzio unico di bacino per la gestione dei rifiuti non è terminata. Anzi, precisa il sindaco Vincenzo Cappello, serve perseguire la strada che porta alla gestione diretta, da parte dei comuni della raccolta differenziata. La proroga di un anno, concessa dal governo Monti pochi gironi fa allontana, almeno per ora, lo spettro della Gisec ma non frena la rabbia dei sindaci del Matese che chiedono autonomia. Purtroppo – sottolinea Cappello – dobbiamo sempre affrontare i soliti cronici problemi che non ci consentono di decollare e di differenziare ancor più. Noi già da tempo abbiamo deciso di lasciare il consorzio ma l’ente si è opposto e ora dobbiamo attendere la decisione dei giudici amministrativi. Sulla questione dei rifiuti i sindaci di tanti comuni del Matese e dell’Alto Casertano – Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Presenzano, Rocca D’Evandro, Roccamonfina, San Pietro Infine, Tora e Piccilli, Ailano, Alife, Capriati a Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Letino, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife, Valle Agricola – hanno fatto sentire già la loro protesta rifiutando l’invito di firmare “cambiali in bianco” alla Gisec. Sostengono che non si può sottoscrivere l’atto di delega nel quale i Comuni si impegnano a trasferire l’intero importo derivante dalla riscossione della Tarsu senza conoscere il piano di attuazione reale con cui la Gisec intenderebbe svolgere il servizio nei singoli Comuni. I sindaci di 25 comuni ritengono fuori da ogni logica di pianificazione territoriale l’applicazione di una tariffa unica provinciale che accomuna i grandi agglomerati urbani (dove si differenzia poco e che hanno rappresentato per le precedenti gestioni consortili veri e propri “buchi neri” in quanto portatori di debiti enormi per una forse errata calibrazione dei servizi…) ai piccoli comuni dell’entroterra casertano. La preoccupazione più forte dei sindaci è che non esiste garanzia di mantenimento dell’aliquota di raccolta % oggi effettivamente ottenuta dagli stessi comuni.
Nuova Gazzetta di Caserta
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