Il reparto di urologia, dell’ospedale cittadino, sarà chiuso per ferie dal primo agosto. Riaprirà verso fine agosto. Questo pare essere l’obiettivo della dirigenza dell’ospedale per poter assicurare poi dopo la normale operatività.
La scarsità di personale e l’impossibilità di effettuare nuove assunzioni, seppur a tempo determinato, impediscono di sostituire i medici del reparto che dal 2008 non godevano di ferie. Così potrebbe essere deciso di permettere a tutto il personale di godere di un periodo di ferie, tutti contemporaneamente. In tal modo anche se il reparto sarà chiuso per una ventina di giorni, sarà poi possibile operare a pieno organico e a pieno regime per tutto il resto dell’anno. Contro la chiusura del reparto sono scattate le proteste della gente e in particolar modo degli amministratori locali. “E’ l’ennesima mortificazione che subisce il nostro territorio maltrattato da scelte dirigenziali che non tengono per niente in considerazione le esigenze della nostra gente e degli utenti di un vasto territorio. Più volte – precisa il primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello – noi sindaci del Matese abbiamo sollevato la carenza sul territorio di personale medico ed infermieristico. Non siamo mai stati ascoltati. La decisione di chiudere un reparto per permettere ai medici di godere delle proprie giuste ferie è un caso più unico che raro e rende ben chiara la drammatica situazione in cui versa la nostra sanità. Purtroppo queste situazioni avranno anche delle ripercussioni sul futuro della struttura ospedaliera. Infatti, tali atteggiamenti – continua Cappello – comporteranno la diminuzione dei ricoveri e quindi daranno l’alibi per un probabile ridimensionamento dei posti letto”. Il Matese – da sempre luogo capace di innescare e coagulare le proteste derivanti da disagi sociali come il movimento anarchico italiano del 1877 che si concluse con l’insurrezione di Letino – non ci sta ed è pronto ad assumere iniziative per uscire dal pantano. Infatti, i sindaci hanno deciso di dare vita ad un movimento unitario per il territorio a prescindere dal colore politico o dalla corrente d’appartenenza, per affrontare le emergenze, nell’esclusivo interesse delle popolazioni che vengono sempre più emarginate dalla politica regionale e provinciale a causa dell’assenza di rappresentanti.
Nuova Gazzetta di Caserta