Ben 35 Comuni dell’alto Casertano adottano una delibera unica per chiedere la conferma del Dea. La presa di posizione dopo la chiusura dei presidi di Roccaromana e di Teano
Fronte unito dei 35 comuni dell’Alto Casertano per difendere l’ospedale “Ave Gratia Plena” e per ottenere il suo potenziamento a fronte di un bacino vastissimo d’utenza. A seguito della chiusura
prima del presidio ospedaliero di Roccaromana nel 1995 e poi del nosocomio sidicino di Teano lo scorso anno, la struttura ospedaliera matesina è rimasta l’unica attiva nell’intero Alto Casertano, chiamata a garantire servizi ed assistenza sanitaria all’intero territorio che parte dal Matese, passa per il Monte Maggiore e finisce ai confini con le regioni limitrofe del Lazio e del Molise. Da qui la necessità avvertita dai 17 sindaci dei comuni della Comunità Montana del Matese, tra i quali Piedimonte Matese, Ailano, Alife, Capriati al Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Gioia Sannitica, Letino, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife e Valle Agricola, unitamente ai 18 primi cittadini del Monte Maggiore e dell’intero Alto Casertano, in cui ricadono le comunità di Alvignano, Caiazzo, Castel Campagnano, Piana di Monte Verna, Ruviano, Roccaromana, Dragoni, Baia Latina, Vairano Patenora, Pietravairano, Teano, Roccamonfina, Marzano Appio, Tora e Piccilli, Mignano Montelungo, Presenzano, Caianello e Pietramelara, con l’ausilio anche del Parco Regionale del Matese, di lanciare un segnale unitario di protesta verso le politiche sanitarie regionali che, in oltre un decennio, hanno gravemente penalizzato il nosocomio matesino. Per far sentire la loro voce, su proposta del primo cittadino del capoluogo matesino Vincenzo Cappello, i sindaci dei 35 comuni dell’Alto Casertano, a seguito dell’assemblea svoltasi nelle scorse settimane presso l’auditorium dell’Ospedale di Piedimonte, hanno scelto di adottare congiuntamente una delibera di giunta comunale in cui vengono avanzate precise richieste al commissario dell’ASL di Caserta Paolo Menduni, al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che è anche commissario per la Sanità in Campania e al Ministero della Salute. In particolare, le fasce tricolori della zona a nord di Terra di Lavoro chiedono “di voler porre in essere, pur nella considerazione della pressante politica di razionalizzazione delle spese sanitarie, strumenti efficaci di prevenzione e programmazione e pertanto una nuova progettualità che, senza ignorare il quadro economico, i dati epidemiologici e la situazione sociale in cui le scelte devono compiersi, riaffermi la verità e la dignità della persona umana e i bisogni delle persone più fragili, attraverso il mantenimento della struttura ospedaliera di Piedimonte Matese con la qualifica di Dea, quale unico punto di affluenza di un’utenza vastissima proveniente da un ampio territorio, che dista dal Comune di Piedimonte Matese pochi chilometri, mentre dal capoluogo ben oltre i 100 chilometri”.
prima del presidio ospedaliero di Roccaromana nel 1995 e poi del nosocomio sidicino di Teano lo scorso anno, la struttura ospedaliera matesina è rimasta l’unica attiva nell’intero Alto Casertano, chiamata a garantire servizi ed assistenza sanitaria all’intero territorio che parte dal Matese, passa per il Monte Maggiore e finisce ai confini con le regioni limitrofe del Lazio e del Molise. Da qui la necessità avvertita dai 17 sindaci dei comuni della Comunità Montana del Matese, tra i quali Piedimonte Matese, Ailano, Alife, Capriati al Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Fontegreca, Gallo Matese, Gioia Sannitica, Letino, Prata Sannita, Pratella, Raviscanina, San Gregorio Matese, San Potito Sannitico, Sant’Angelo d’Alife e Valle Agricola, unitamente ai 18 primi cittadini del Monte Maggiore e dell’intero Alto Casertano, in cui ricadono le comunità di Alvignano, Caiazzo, Castel Campagnano, Piana di Monte Verna, Ruviano, Roccaromana, Dragoni, Baia Latina, Vairano Patenora, Pietravairano, Teano, Roccamonfina, Marzano Appio, Tora e Piccilli, Mignano Montelungo, Presenzano, Caianello e Pietramelara, con l’ausilio anche del Parco Regionale del Matese, di lanciare un segnale unitario di protesta verso le politiche sanitarie regionali che, in oltre un decennio, hanno gravemente penalizzato il nosocomio matesino. Per far sentire la loro voce, su proposta del primo cittadino del capoluogo matesino Vincenzo Cappello, i sindaci dei 35 comuni dell’Alto Casertano, a seguito dell’assemblea svoltasi nelle scorse settimane presso l’auditorium dell’Ospedale di Piedimonte, hanno scelto di adottare congiuntamente una delibera di giunta comunale in cui vengono avanzate precise richieste al commissario dell’ASL di Caserta Paolo Menduni, al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che è anche commissario per la Sanità in Campania e al Ministero della Salute. In particolare, le fasce tricolori della zona a nord di Terra di Lavoro chiedono “di voler porre in essere, pur nella considerazione della pressante politica di razionalizzazione delle spese sanitarie, strumenti efficaci di prevenzione e programmazione e pertanto una nuova progettualità che, senza ignorare il quadro economico, i dati epidemiologici e la situazione sociale in cui le scelte devono compiersi, riaffermi la verità e la dignità della persona umana e i bisogni delle persone più fragili, attraverso il mantenimento della struttura ospedaliera di Piedimonte Matese con la qualifica di Dea, quale unico punto di affluenza di un’utenza vastissima proveniente da un ampio territorio, che dista dal Comune di Piedimonte Matese pochi chilometri, mentre dal capoluogo ben oltre i 100 chilometri”.
Enzo Perretta Corriere di Caserta