Nonostante qualche “passarella eccellente”, il nosocomio cittadino rischia davvero la chiusura.
Ospedale nel caos. L’Asl incapace di garantire servizi minimi ed efficienti. Medici infuriati perchè non possono operare, utenti mortificati e costretti a subire costanti e pesanti disagi. Sale operatorie “inabili” per la mancanza di qualche migliaio di euro necessari per riparare qualche attrezzatura. Non mancano, invece, i soldi per pagare i “superdirigenti” che da decenni uccidono la sanità in Campania ma che restano sempre allo stesso posto, anzi, vengono anche promossi.
Da mesi l’ospedale è vuoto, senza personale, senza medici con attrezzature carenti o guasti. Da mesi i politici fanno il loro walzer di visite e di promesse.Da mesi restano solo chiacchiere. Il resto concreto è quello che l’ospedale Matesino, l’unico dell’Alto Casertano, potrebbe essere chiuso da un momento all’altro.
Annullati tutti gli interventi previsti. Operatività assicurata solo per situazioni di grande emergenze. Pesanti disagi per gli utenti dell’Alto Casertano – un comprensorio dove abitano circa 100mila persone – ma anche forti preoccupazioni per il futuro dell’ospedale matesino. Con chiarezza alcuni sindaci della zona temono una regia ben precisa alla base dei continui fermi delle sale operatorie. Una ipotesi secondo cui i fermi sarebbero necessari per far abbassare la produttività della struttura sanitaria matesina. In tal modo per i vertici dell’Asl, magari nel prossimo piano sanitario, sarà più semplice giustificare eventuali tagli e quindi un ridimensionamento dell’ospedale stesso. “Siamo tutti molto amareggiati e preoccupati per il nostro ospedale, unico punto di riferimento sanitario in un territorio vastissimo. Siamo preoccupati – precisa Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese – perché da diversi mesi non si riescono a risolvere problematiche banali, così come non si riesce a parlare con un direttore generale dell’Asl, nonostante le continue richieste e gli interventi della Prefettura. Sono lontani i tempi – siamo negli ottanta, sottolinea Cappello – quando la nostra struttura sanitaria si permetteva il lusso di chiudere con bilanci attivi. Appare evidente che su questa linea l’ospedale a forte rischio ridimensionamento. Temiamo, continua il primo cittadino, che dietro guasti perenni possa nascondersi un disegno ben preciso che si giocherà sulle spalle dei cittadini dell’Alto?Casertano. Se a tutto questo – conclude Cappello – si aggiunge il fatto che da due anni resta chiusa una nuova struttura pronta per ospitare i disagiati psichici mentre gli stessi vengono affidati a cooperative private, allora si capisce che l’Asl non ha alcuna intenzione di rendere efficiente il sistema sanitario nel Matese”. Il direttore sanitario della struttura matesina, Alessandro Accinni, invece, assicura che c’è il massimo impegno da parte dell’Asl per rimettere a pieno regime la struttura sanitaria matesina.
Da anni l’Asl non riesce ad ottenere la fornitura di energia elettrica. Un edificio totalmente nuovo che doveva ospitare i pazienti della Sir (Struttura Intermedia Residenziale). Ora i venti utenti sono alloggiati in due strutture private. “Da diversi anni, più volte – ha precisato il sindaco Vincenzo Cappello – abbiamo sollecitato l’apertura ai vertici dell’Asl. Abbiamo avuto solo rassicurazioni alle quali non sono mai seguiti fatti concreti”.
Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come ‘zona disagiata’ e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. La sentenza è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale.
Nuova Gazzetta di Caserta
Ospedale nel caos. L’Asl incapace di garantire servizi minimi ed efficienti. Medici infuriati perchè non possono operare, utenti mortificati e costretti a subire costanti e pesanti disagi. Sale operatorie “inabili” per la mancanza di qualche migliaio di euro necessari per riparare qualche attrezzatura. Non mancano, invece, i soldi per pagare i “superdirigenti” che da decenni uccidono la sanità in Campania ma che restano sempre allo stesso posto, anzi, vengono anche promossi.
Da mesi l’ospedale è vuoto, senza personale, senza medici con attrezzature carenti o guasti. Da mesi i politici fanno il loro walzer di visite e di promesse.Da mesi restano solo chiacchiere. Il resto concreto è quello che l’ospedale Matesino, l’unico dell’Alto Casertano, potrebbe essere chiuso da un momento all’altro.
Annullati tutti gli interventi previsti. Operatività assicurata solo per situazioni di grande emergenze. Pesanti disagi per gli utenti dell’Alto Casertano – un comprensorio dove abitano circa 100mila persone – ma anche forti preoccupazioni per il futuro dell’ospedale matesino. Con chiarezza alcuni sindaci della zona temono una regia ben precisa alla base dei continui fermi delle sale operatorie. Una ipotesi secondo cui i fermi sarebbero necessari per far abbassare la produttività della struttura sanitaria matesina. In tal modo per i vertici dell’Asl, magari nel prossimo piano sanitario, sarà più semplice giustificare eventuali tagli e quindi un ridimensionamento dell’ospedale stesso. “Siamo tutti molto amareggiati e preoccupati per il nostro ospedale, unico punto di riferimento sanitario in un territorio vastissimo. Siamo preoccupati – precisa Vincenzo Cappello, sindaco di Piedimonte Matese – perché da diversi mesi non si riescono a risolvere problematiche banali, così come non si riesce a parlare con un direttore generale dell’Asl, nonostante le continue richieste e gli interventi della Prefettura. Sono lontani i tempi – siamo negli ottanta, sottolinea Cappello – quando la nostra struttura sanitaria si permetteva il lusso di chiudere con bilanci attivi. Appare evidente che su questa linea l’ospedale a forte rischio ridimensionamento. Temiamo, continua il primo cittadino, che dietro guasti perenni possa nascondersi un disegno ben preciso che si giocherà sulle spalle dei cittadini dell’Alto?Casertano. Se a tutto questo – conclude Cappello – si aggiunge il fatto che da due anni resta chiusa una nuova struttura pronta per ospitare i disagiati psichici mentre gli stessi vengono affidati a cooperative private, allora si capisce che l’Asl non ha alcuna intenzione di rendere efficiente il sistema sanitario nel Matese”. Il direttore sanitario della struttura matesina, Alessandro Accinni, invece, assicura che c’è il massimo impegno da parte dell’Asl per rimettere a pieno regime la struttura sanitaria matesina.
Da anni l’Asl non riesce ad ottenere la fornitura di energia elettrica. Un edificio totalmente nuovo che doveva ospitare i pazienti della Sir (Struttura Intermedia Residenziale). Ora i venti utenti sono alloggiati in due strutture private. “Da diversi anni, più volte – ha precisato il sindaco Vincenzo Cappello – abbiamo sollecitato l’apertura ai vertici dell’Asl. Abbiamo avuto solo rassicurazioni alle quali non sono mai seguiti fatti concreti”.
Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come ‘zona disagiata’ e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. La sentenza è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale.
Nuova Gazzetta di Caserta