I grossi camion sono posizionati all’altezza della Sorgente. Rai Uno manderà in onda due Sante Messe alle ore 11.00 del 6 e 9 Gennaio. Intanto i cameramen girano tra le bellezze cittadine.
La troupe della Rai è nuovamente in città, dopo l’esperienza dello scorso anno quando nel mese di maggio le tv nazionali si recarono al Convento di Santa Maria Occorrevole per dare in diretta nazionale la Santa Messa domenicale delle ore 11.00 nel proscenio davvero unico della Chiesa guidata dai monaci dell’omonimo Eremo. Stavolta però la Santa Messa sarà trasmessa in diretta il sei gennaio, giorno della befana, dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore dove sono ospitate le reliquie di San Marcellino, patrono di Piedimonte Matese. E poi ci sarà sempre dalla stessa splendida Chiesa un’altra replica in diretta, domenica prossima nove gennaio. A celebrare le due Sante Messe saranno il Vescovo della Diocesi Alife –Caiazzo, Mons. Valentino Di Cerbo unitamente al nuovo Sacerdote della Parrocchia don Cesare Tescione, che da poche settimane ha sostituito don Alfonso Caso, trasferito a Formicola. Saranno presenti inoltre tutte le Autorità Civili e Militari del comprensorio matesino, a partire dal Presidente della Comunità Montana Fabrizio Pepe, a quello del Parco Regionale del Matese Pino Falco ed al sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello, per poi arrivare ai Comandanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, ovvero il Capitano Salvatore Vitiello e il Luogotenente Liberato Liliano. Intanto gli operatori Rai stanno girando per le vie cittadine, soprattutto nei posti più caratteristici, le immagini di presentazione alle due messe che andranno in diretta nazionale su Rai Uno. Insomma uno spot migliore la città di Piedimonte Matese certamente non poteva averlo. Ed infatti è proprio il sindaco Vincenzo Cappello a spiegare: “Sono felicissimo che la nostra città e le nostre Chiese vengano promosse su scala nazionale, perché non sono solo un patrimonio cittadino, ma per la loro bellezza e la loro unicità sono un patrimonio di un mondo intero. Ringrazio la Rai e ringrazio fin d’ora tutti coloro che in questi momenti si stanno adoperando per far conoscere nel miglior modo possibile all’Italia intera i nostri gioielli.” La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu per secoli il sepolcreto di Piedimonte. In essa fu predicata la crociata, vi furono seppelliti vescovi e signori e vi si accumularono opere d’arte e benefici. In essa San Marcellino ebbe il suo primo altare e San Giovan Giuseppe fu ordinato sacerdote. Pare che già esistesse dal VI secolo all’attuale Largo Santa Maria Vecchia ma non si sa quale stile avesse né quante volte sia stata rifatta. Si sa, comunque, che durante il ‘700 era molto deteriorata fino ad essere pericolante, tant’é che fu chiusa al culto e infine abbattuta nel 1752. L’attuale chiesa veniva ricostruita più a valle, su un ripido declivo, per questo possiede possenti e profonde fondamenta a destra che costarono spese ragguardevoli per il tempo. I lavori iniziarono il 7 aprile del 1725, con la posa della prima pietra ad opera del vescovo Porfirio e dal duca Nicolò Gaetani. I lavori furono lunghi e laboriosi: prima la navata centrale, poi la cupola, poi il presbitero, ai lati le cappelle gentilizie. Finalmente il 7 agosto del 1773 fu benedetta dal vescovo Sanseverino il giorno dopo fu messo sul trono San Marcellino. Il campanile fu eretto nel 1786 su progetto dell’ing. Brunelli e nel 1841 si ebbe l’organo contenuto in un rivestimento ligneo colle statue dei SS. Pietro e Paolo. Il 17 aprile 1841 fu visitata da Re Ferdinando II e nel 1847, per lo scampato assassinio del monarca, i piedimontesi per voto fecero la facciata. In tal modo la chiesa fu completata in tutte le sue parti e definitivamente consacrata dal vescovo Di Giacomo, 14 maggio 1860. Il pavimento, dono della famiglia De Biase, è del 1879. Nella sua semplicità architettonica resta, come volumetria, la chiesa più grande di Piedimonte. Fino al 1935 non conteneva quasi opere d’arte. Ma crollata parte della volta nel 1934, fu restaurata nella facciata e nell’interno, e il Bocchetti vi dipinse nella volta una Assunzione e la Via delle virtù percorsa da San Marcellino. Da San Giovanni vi furono portate cinque tavole rinascimentali, che furono restaurate dallo Schettini, e un quadro seicentesco della scuola di L. Giordano, il Martirio di San Marcellino. Di un certo valore è il Polittico in tre pannelli ad opera del pittore siciliano Riccardo Quartararo (1443-1507), ma secondo F. Abbate sono da attribuire allo Sparano. Il 24 dicembre 1945 il Papa Pio XII la proclamò “Basilica Minore.
Corriere di Caserta