Il primo cittadino del capoluogo matesino: “Il bilancio del Consorzio per i rifiuti è totalmente falso. Lo è da anni ma nessuno fa nulla, nessuno interviene per porre fine a quello che sembra una assurda recita.”
Si continua nel mostrare conti e numeri che non hanno alcun riferimento con la realtà. Il nostro debito verso il Consorzio è molto più basso, così come quello di tantissimi altri comuni. L’ente consortile, invece, continua a mostrare numeri sballati attraverso i quali, probabilmente, vogliono dimostrare che il loro fallimento non è dovuto alle gestioni spensierate che hanno caratterizzato la vita dell’ente, bensì alle presunte inadempienze dei comuni”. Così il primo cittadino di Piedimonte Matese, Vincenzo Cappello, repliche alle accuse provenienti dal Consorzio unico di bacino per lo smaltimento dei rifiuti. In perfetta sintonia con il sindaco piedimontese anche l’assessore Costantino Leuci che evidenzia le enormi difficoltà che quotidianamente il comune deve affrontare a proprie spese per evitare il blocco della raccolta.
Il ragionamento si basa sulla mancata emissione da parte del consorzio per i rifiuti, delle note di credito verso i comuni che – a causa dell’inadempienza dell’ente consortile – provvedeno in proprio ad effettuare lo smaltimento dell’immondizia.Spesso, infatti, durante le tante emergenze che da tempo interessano l’intera provincia, i comuni hanno provveduto a proprie spese alla raccolta utilizzando ditte private. Le fatture liquidate alle aziende utilizzate per smaltire rifiuti, sono state inviate, successivamente all’ente consortile che avrebbe dovuto emettere, a sua volta, una nota di credito verso il comune, detraendo – contestualmente – la somma dal conto del comune interessato. Ciò non è mai avvenuto.
Il ragionamento si basa sulla mancata emissione da parte del consorzio per i rifiuti, delle note di credito verso i comuni che – a causa dell’inadempienza dell’ente consortile – provvedeno in proprio ad effettuare lo smaltimento dell’immondizia.Spesso, infatti, durante le tante emergenze che da tempo interessano l’intera provincia, i comuni hanno provveduto a proprie spese alla raccolta utilizzando ditte private. Le fatture liquidate alle aziende utilizzate per smaltire rifiuti, sono state inviate, successivamente all’ente consortile che avrebbe dovuto emettere, a sua volta, una nota di credito verso il comune, detraendo – contestualmente – la somma dal conto del comune interessato. Ciò non è mai avvenuto.
Nuova Gazzetta di Caserta