Costruita per disagiati psichici ora in cura privatamente. L’Asl non è mai riuscita a ottenere la fornitura di energia
Struttura sanitaria completata ma mai consegnata. Da anni l’Asl non riesce a ottenere la fornitura di energia. La denuncia arriva da Ermanno Preziosi, presidente dell’associazione disagiati psichici. Un edificio totalmente nuovo che doveva ospitare i pazienti della Sir (Struttura Intermedia Residenziale). Ora i venti utenti sono alloggiati in due strutture private. «Da diversi anni— ha spiegato il sindaco Vincenzo Cappello — abbiamo sollecitato l’apertura ai vertici dell’Asl. Abbiamo avuto solo rassicurazioni alle quali non sono mai seguiti fatti concreti. Abbiamo richiesto un nuovo incontro con il commissario Romano per tentare di risolvere la vicenda».
EMERGENZA SANITARIA – «Appare inspiegabile — precisa il presidente Preziosi — il mancato utilizzo di una nuova struttura, presso l’ospedale civile che doveva assorbire le necessità dei 17 comuni della Comunità Montana e quelli afferenti». «Oggi — conclude Preziosi — ci chiediamo chi ha collaudato la struttura? Chi ha autorizzato i pagamenti alle ditte appaltatrici? Chi è responsabile dei lavori non eseguiti correttamente?». Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come zona disagiata e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. Sentenza che è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale che prevede pesanti tagli nell’Alto Casertano.
EMERGENZA SANITARIA – «Appare inspiegabile — precisa il presidente Preziosi — il mancato utilizzo di una nuova struttura, presso l’ospedale civile che doveva assorbire le necessità dei 17 comuni della Comunità Montana e quelli afferenti». «Oggi — conclude Preziosi — ci chiediamo chi ha collaudato la struttura? Chi ha autorizzato i pagamenti alle ditte appaltatrici? Chi è responsabile dei lavori non eseguiti correttamente?». Le proteste dei cittadini dell’Alto Casertano, trovano conferma anche in una recente sentenza del Tar che definisce l’area come zona disagiata e impone quindi una presenza maggiore di medici sul territorio. Sentenza che è in netto contrasto con il nuovo piano sanitario regionale che prevede pesanti tagli nell’Alto Casertano.
Giancarlo Izzo Corriere del Mezzogiorno