Le aree fortemente urbanizzate dell’AGRO AVERSANO presentano uno squilibrio su cui occorre prontamente intervenire con soluzioni organiche, nel quadro di una pianificazione di respiro provinciale e regionale.
“Le reti viarie inadeguate, la deindustrializzazione forzata e la conurbazione caotica, ha ribadito Vincenzo Cappello candidato nella Lista per le Regionali del Partito Democratico, sono i tratti più evidenti del panorama socio-economico. I comuni hanno spesso distrutto i loro centri storici affogandoli in una ipertrofia urbanistica priva di ogni traccia di pianificazione. Un’edilizia a bassissimo tasso di qualità e un fiorire incontrollato di centri commerciali hanno fatto il resto, contribuendo a disegnare un quadro di degrado complessivo in cui appare evidente che la criminalità organizzata non è un incidente di percorso. In questo senso la risposta del governo centrale, tutta giocata sulla repressione e sul controllo militare del territorio, pur nella sua utilità, appare certamente carente e di corto respiro. Non i militari per strada, ma la politica può incidere sul contesto socio-economico che partorisce la camorra e può dare risposte e speranze ai cittadini, alle imprese, ai giovani disoccupati, altrimenti costretti a scegliere tra la criminalità e il nulla di uno Stato assente. Quella politica che è anzitutto ascolto attento dei bisogni, mediazione degli interessi legittimi, ma di tutti gli interessi, costruzione di luoghi della negoziazione sociale e della programmazione di risorse e investimenti. Io intendo contribuire, da Consigliere Regionale, a costruire questa politica, a partire da una idea forza per l’Agro aversano: la riqualificazione del Bacino dell’Asse Mediano (BAM). Questa arteria di grandissimo traffico incrocia e collega le infrastrutture strategiche per Napoli e Caserta: l’autostrada Napoli-Roma, l’Alta velocità, l’Aeroporto di Capodichino e quello previsto a Grazzanise. Si tratta insomma di un asse intorno a cui si muove e si struttura una metropoli di fatto, abitata e percorsa da centinaia di migliaia di persone. Per questo io propongo che il BAM entri nella considerazione e nella programmazione della Regione come una unità urbanistica, pur rappresentata da una molteplicità di stakeholders (Province e Comuni). Mobilità, programmazione urbanistica, insediamenti produttivi, centri di studio e di ricerca sono tutti fattori di riequilibrio che dovranno entrare in un piano regionale strategico da costruire per il BAM e per l’intero Agro aversano.”