L’Amministrazione Comunale guidata da Vincenzo Cappello sta ultimando le ultime fasiMichele Martuscelli
Sia pure a rilento, i tempi per la riapertura dell’intero complesso monumentale di San Domenico dove è situato il museo civico, ampliato, si accorciano. L’ufficio tecnico comunale ha, infatti, affidato l’incarico per la progettazione degli allestimenti museali in grado di ospitare le collezioni di reperti di cui alcune già disponibili e recuperate dal altre strutture regionali. Il dirigente del settore urbanistico ha dato compimento a quanto era stato autorizzato sin dall’agosto 2009 e poi da un’altra delibera con l’atto di indirizzo all’ufficio tecnico per la realizzazione degli adempimenti necessari a rendere fruibili l’apparato di beni archeologici ed artistici negli ambienti exconventuali. A curare l’operazione uno studio specializzato di Roma (si tratta di una consulenza specifica con particolare riferimento alle caratteristiche del lavoro da svolgere per l’allestimento negli spazi recuperati dal complesso al termine del terzo intervento consistente del PIT che fa seguito a quanto avviato dalla prima giunta di centro destra a guida Sarro). Nel frattempo sono in corso i lavori finanziati con fondi comunali (ne è stato promotore in particolare l’assessore Attilio Cosatrella con delega alle collezioni museali ed ai PIT) per rifinire alcune parti degli ambienti di quello che è destinato a diventare il polo destinato a diventare il polo di attrazione e fruizione artisticoculturale di Piedimonte Matese unitamente ad un’altra operazione messa in campo : quella del restauro ed acquisto in totale mano pubblica del palazzo ducale (di questa si attende il finanziamento dopo il vaglio degli uffici regionali . Tanti spazi disponibili per ottimizzare il museo civico entrato a far parte di un sistema- rete a livello regionale e di cui è stato approvato il regolamento di gestione. Da segnalare in particolare gli affreschi del chiostro quattrocentesco che sono stati restaurati e che hanno consentito non sono di ridare una “primavera” di colori ma anche la riscoperta di affreschi che erano “spariti” a causa dell’incuria o per ragioni naturali come gli effetti dannosi di umidità o di infiltrazioni d’acqua piovana o di fuligine. In città realizzati altri due progetti PIT come il recupero dell’ex Pretura in via Coppola e l’anfiteatro naturale realizzato su monte Cila con il riuso di due cave abbandonate.