Entro il 30 ottobre il progetto sarà presentato dal Comune alla Regione Campaniadi Gianfrancesco D’Andrea
Entro il 30 ottobre il Comune di Piedimonte Matese presenterà alla Regione un progetto di finanziamento per la sistemazione del terreno di gioco dello stadio comunale di Sepicciano. La decisione è stata adottata nel corso della riunione di giunta di ieri mattina, con l’esame dello stato di avanzamento del progetto generale di riqualificazione dell’importante impianto sportivo, dove già sono state realizzate le gradinate e rimodernate gran parte della strutture portanti. «Il piano stralcio del progetto generale – spiega l’assessore al ramo Antonio Ferrante – prevede un finanziamento di circa duecentoventimila euro, comprensivi di oneri di sicurezza e spese tecniche varie. In questo modo, sistemando definitivamente il terreno di gioco con erba sintetica, lo stadio comunale si avvia ad acquistare la totale funzionalità e potrà essere utilizzato come grande spazio di aggregazione per i giovani dell’Alto Casertano, oltre che come impianto sportivo di riferimento per le squadre dei campionati minori». Entro sei mesi dovrà giungere l’ok della Regione, quindi l’apertura del cantiere è prevista per la prossima primavera. Un intervento non più dilazionabile soprattutto a causa delle continue lamentele giunte dai residenti della frazione di Sepicciano: in caso di forte vento, le nuvole di polvere che si levano dal campo di gioco in terra battuta avvolgono le palazzine immediatamente adiacenti, senza contare che, non essendoci a Piedimonte Matese aree attrezzate per l’atterraggio delle eliambulanze, lo stadio comunale viene utilizzato anche a questo scopo, con tutti i disagi del caso. «Contestualmente – aggiunge Ferrante – cercheremo di affrontare il nodo dei mutui e dei bandi di gara necessari al completamento delle gradinate, dove è previsto l’alloggiamento delle poltroncine, e in più sarà dato avvio alla sistemazione del vecchio spogliatoio e alla realizzazione di altre aree destinate ad attività sportive negli spazi rimasti liberi».