La Soprintendenza ha dato il via libera al trasferimento dal Corriere della Sera – Giancarlo Izzo
Il museo civico potrà esporre l’originale del ‘Corridore del Cila’. La Soprintendenza di Napoli e Caserta ha rilasciato l’autorizzazione che permette alla struttura matesina di riavere — dopo alcuni decenni — l’importante statuetta venuta alla luce sulla sommità del monte Cila. «Ciò — precisa l’assessore Attilio Costarella — dà prestigio all’esposizione museale che stiamo realizzando, riportando nella propria terra un reperto simbolo della nostra storia». Riportare a Piedimonte Matese i tanti tesori ritrovati nel corso dei secoli, è un impegno che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Cappello sta inseguendo da alcuni anni. Fra gli oltre cento reperti già rientrati, il ‘Corridore del Cila’ rappresenta l’elemento di spicco. Il successo rappresentato dal rientro a Piedimonte del corridore, tuttavia — precisa il sindaco Cappello — rappresenta il punto di partenza per ridare alla città tanti altri oggetti che da diversi anni non riusciamo ad ottenere. Si tratta di un lungo elenco di oggetti che la Soprintendenza ritirò — collocandoli presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli — dalla struttura matesina nel 1973, a seguito di numerosi furti.
Qualche mese fa il ritorno, simbolico, di un primo gruppo di anfore. Restano nelle stanze del museo partenopeo un’ampia raccolta di monete d’oro, argento e bronzo che vanno dal quarto secolo A. c. ad Umberto I (tra esse figura un tornese, rarissimo, di Renato d’Angiò, coniato a Sulmona, coniati a Sulmona e conservati a Brescia ed a Parigi); epigrafi sannitiche e romane (tra le quali spicca, unica nella regione, quella in lingua osca rinvenuta su monte Cila, che recentemente ha attirato l’attenzione dell’Università di Borgogna), manoscritti antichi, pergamene (quasi tutte riguardanti la Casa dei Sanframondi — Saint Frémond — nobile stirpe normanna che dominò per secoli nel territorio di Telese e Cerreto, antifonari e calendari liturgici; esemplari d’arte ceramica del Settecento di Cerreto Sannita (esemplari simili sono custoditi al Museo del Sannio di Benevento), d’Abruzzo e della fabbrica di Giuseppe Battiloro (esemplare unico datato 1682); armi in selce levigata dell’età della pietra; fossili del massiccio del Matese (una testuggine, un dente di Carcharodon- Pliocene-, rarissimo, il precursore dello squalo attuale, rinvenuto sul Monte Cila nel 1940, conchiglie agglomerate- rinconelle-, 16 tronchi e rami di alberi fossili); terrecotte neolitiche, dell’età del bronzo e del ferro; antefisse etrusche; armi e cimeli garibaldini (celebre è la Bandiera della Legione del Matese, corpo di volontari garibaldini che tanta parte ebbe nel Risorgimento nazionale ed il Vessillo verde della Società Operaia di Mutuo Soccorso fondata da Antonio Gaetani); bronzi (spicca il cosiddetto Corridore del Cila, peraltro studiato dal celebre archeologo Amedeo Maiuri); statuti in pergamena del VX secolo, riguardanti Piedimonte (celebre quello datato 23 Dicembre 1730 dell’Imperatore Carlo VI d’Austria che come Re di Napoli concede a Piedimonte il primo titolo di Città); sculture (pregevole la Testa di Venere, romana, dei primi anni dell’Impero, con corona di edera, riproducente le sembianze di una donna della famiglia Giulia o Claudia); una scarabattola del XVIII Secolo, riproducente una Natività, i cui pastori sono stati attribuiti al Sammartino.
Il Museo Civico è fondato nel 1913 da Raffaele Marrocco; dopo una serie di vicende alterne, fu definitivamente chiuso nei primi degli anni ’70. L’attuale amministrazione comunale, dopo una serie di interventi, ha reso la struttura pronta per accogliere i tesori del territorio.
Qualche mese fa il ritorno, simbolico, di un primo gruppo di anfore. Restano nelle stanze del museo partenopeo un’ampia raccolta di monete d’oro, argento e bronzo che vanno dal quarto secolo A. c. ad Umberto I (tra esse figura un tornese, rarissimo, di Renato d’Angiò, coniato a Sulmona, coniati a Sulmona e conservati a Brescia ed a Parigi); epigrafi sannitiche e romane (tra le quali spicca, unica nella regione, quella in lingua osca rinvenuta su monte Cila, che recentemente ha attirato l’attenzione dell’Università di Borgogna), manoscritti antichi, pergamene (quasi tutte riguardanti la Casa dei Sanframondi — Saint Frémond — nobile stirpe normanna che dominò per secoli nel territorio di Telese e Cerreto, antifonari e calendari liturgici; esemplari d’arte ceramica del Settecento di Cerreto Sannita (esemplari simili sono custoditi al Museo del Sannio di Benevento), d’Abruzzo e della fabbrica di Giuseppe Battiloro (esemplare unico datato 1682); armi in selce levigata dell’età della pietra; fossili del massiccio del Matese (una testuggine, un dente di Carcharodon- Pliocene-, rarissimo, il precursore dello squalo attuale, rinvenuto sul Monte Cila nel 1940, conchiglie agglomerate- rinconelle-, 16 tronchi e rami di alberi fossili); terrecotte neolitiche, dell’età del bronzo e del ferro; antefisse etrusche; armi e cimeli garibaldini (celebre è la Bandiera della Legione del Matese, corpo di volontari garibaldini che tanta parte ebbe nel Risorgimento nazionale ed il Vessillo verde della Società Operaia di Mutuo Soccorso fondata da Antonio Gaetani); bronzi (spicca il cosiddetto Corridore del Cila, peraltro studiato dal celebre archeologo Amedeo Maiuri); statuti in pergamena del VX secolo, riguardanti Piedimonte (celebre quello datato 23 Dicembre 1730 dell’Imperatore Carlo VI d’Austria che come Re di Napoli concede a Piedimonte il primo titolo di Città); sculture (pregevole la Testa di Venere, romana, dei primi anni dell’Impero, con corona di edera, riproducente le sembianze di una donna della famiglia Giulia o Claudia); una scarabattola del XVIII Secolo, riproducente una Natività, i cui pastori sono stati attribuiti al Sammartino.
Il Museo Civico è fondato nel 1913 da Raffaele Marrocco; dopo una serie di vicende alterne, fu definitivamente chiuso nei primi degli anni ’70. L’attuale amministrazione comunale, dopo una serie di interventi, ha reso la struttura pronta per accogliere i tesori del territorio.