La Regione non eroga in tempo i saldi finali per il pagamento delle opere pubbliche ultimate ed il comune anticipa le somme per far fronte a questo ritardo. di Michele Martuscelli
L’amministrazione comunale di Piedimonte Matese, con una delibera del 25 giugno scorso su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Antonio Ferrante, Matese per poter chiudere, in vista della scadenza improrogabile (lo scorso 30 giugno) di molti cantieri del POR Campania relativi in molti casi a PIT per interventi in corso di completamento. E’ stato lo stesso dirigente regionale a suggerire di ricorrere a questa procedura “anticipo e rimborso” per non creare ulteriori difficoltà di rendicontazione dei finanziamenti di cui è stato beneficiario il Comune. Si tratta della messa in sicurezza e della rimozione di amianto nella condotta sostituita in via Caso ; della realizzazione del Parco archeologico di via Cila con l’anfiteatro creato unitamente allo stabile per la logistica ed al sentiero lungo i versanti della montagna: della riqualificazione dell’ex abbazia di via Coppola, dei lavori nell’area antistante il monastero Francesco e dei due lotti relativi all’adeguamento dell’impianto di depurazione con le relative opere di connettamento ed infine i lavori di sistemazione idrogeologica e di messa in sicurezza di alcuni sistemi come il Torano – Per questi interventi ancora non sono stati emessi di decreti finali di finanziamento e quindi effettuare i pagamenti a saldo con il rischio reale del mancato riconoscimento delle spese se non risultino quietanzate. Ma senza risorse come è possibile attestare il pagamento conclusivo per la rendicontazione . E qui il suggerimento de dirigente regionale di invitare e sollecitare i comuni ( anche altri comuni hanno applicato questo sistema per chiudere i cantieri ) a farsi carico dell’esborso in via di anticipazione di casa per essere poi restituiti in occasione dell’accredito delle somme. Alcuni interventi conclusi sono relativi al “Pit trebulani” Matese ( il restauro degli affreschi di S.Domenico ed il recupero di altri spazi utilizzabile per mostre ed iniziative culturali nel complesso), il recupero dell’enorme e capiente edificio dell’ex pretura in via Coppola ed infine il sito del parco archeologico alle spalle della centrale idroelettrica dell’enel lungo il percorso che conduce al quartiere di San Giovanni.