Dieci i procedimenti a Marcianise, Aversa e Capua
di Pietro Falco per il Corriere del Mezzogiorno
«È solo l’inizio di un processo più articolato e complessivo. Abbiamo voluto lanciare da subito un segnale eloquente: sulle aree industriali non consentiremo più tentativi di speculazione». Piero Cappello (nella foto), da poco più di due mesi presidente del consorzio Asi di Terra di Lavoro, commenta così l’iniziativa assunta dal comitato direttivo dell’ente di via Pozzillo, che ha appena avviato 10 procedimenti di revoca dell’assegnazione di suoli industriali nei confronti di altrettanti soggetti che non avevano dato seguito all’attuazione dei progetti industriali per i quali li avevano ottenuti. I lotti ricadono all’interno degli agglomerati di Marcianise, Aversa e Capua Nord.
«Appena insediati — spiega Cappello — abbiamo intrapreso un’attività di monitoraggio, in collaborazione con l’Autorità di bacino. E quest’azione sta già producendo i primi effetti. In pratica la nostra iniziativa ha anticipato le direttive contenute nella Finanziaria regionale che all’art.13 comma 4 stabilisce che per l’aree assegnate e non utilizzate da più di 24 mesi, i consorzi Asi hanno l’obbligo di avviare il procedimento di revoca entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge». In realtà, anche lo statuto dell’Asi già prevedeva che i suoli non utilizzati vadano restituiti al consorzio, «senza maggiorazione di prezzo e senza possibilità di opposizione da parte degli assegnatari o degli acquirenti, qualora, trascorsi due anni dalla presa di possesso, questi non abbiano avviato i lavori di costruzione degli impianti a fronte della cui realizzazione era stata disposta l’assegnazione o la vendita, ovvero, trascorsi ulteriori quattro anni, gli impianti non siano entrati in funzione».
Tuttavia, la disposizione era rimasta di fatto inattuata. E per questa ragione, sia il past presidente dell’Unione industriali, Carlo Cicala, sia il leader della Cisl, Carmine Crisci, negli ultimi anni avevano più volte attaccato la precedente governance del consorzio, investendo formalmente della questione anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Cozzolino. «Per il momento — chiarisce Cappello — siamo ancora in una fase preliminare, abbiamo semplicemente notificato alle controparti l’avvio del procedimento. E in questa prima fase l’attività di monitoraggio è limitata alle aree assegnate ma non ancora edificate. È nostra intenzione, però, allargare il raggio d’azione anche a tutte le altre ipotesi di inadempienza, comprese le eventualità derivanti dai fallimenti o dalle procedure concorsuali. Il messaggio che vogliamo lanciare è semplice: le aree industriali servono a fare impresa, a creare sviluppo; non possono e non devono essere oggetto di tentativi di speculazione». Certo, il percorso è ancora lungo.
E lo dimostra il fatto che basta una rapida ricerca sul web per imbattersi in annunci commerciali di compravendita di opifici industriali nella zona Asi di Marcianise. Ad esempio ce n’è uno dell’agenzia Panorama immobiliare di Napoli, che recita testualmente: «A pochi centinaia di metri dallo svincolo autostradale e dall’imbocco dell’asse mediano, di fronte al centro commerciale Campania, vendesi capannone 9000 mq su 3 livelli da 3.000 mq cadauno». Chissà se è stato già venduto. Intanto, il segretario della Cisl Carmine Crisci, esprime compiacimento per l’inversione di tendenza: «Le speculazioni sulle aree industriali rappresentano una costante sul territorio. E troppo spesso hanno finito per impedire la realizzazione di progetti seri per lo sviluppo. Va dato atto a Cappello di aver cominciato ad affrontare seriamente il fenomeno. Da parte nostra, gli assicuriamo la più totale collaborazione».
«Appena insediati — spiega Cappello — abbiamo intrapreso un’attività di monitoraggio, in collaborazione con l’Autorità di bacino. E quest’azione sta già producendo i primi effetti. In pratica la nostra iniziativa ha anticipato le direttive contenute nella Finanziaria regionale che all’art.13 comma 4 stabilisce che per l’aree assegnate e non utilizzate da più di 24 mesi, i consorzi Asi hanno l’obbligo di avviare il procedimento di revoca entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge». In realtà, anche lo statuto dell’Asi già prevedeva che i suoli non utilizzati vadano restituiti al consorzio, «senza maggiorazione di prezzo e senza possibilità di opposizione da parte degli assegnatari o degli acquirenti, qualora, trascorsi due anni dalla presa di possesso, questi non abbiano avviato i lavori di costruzione degli impianti a fronte della cui realizzazione era stata disposta l’assegnazione o la vendita, ovvero, trascorsi ulteriori quattro anni, gli impianti non siano entrati in funzione».
Tuttavia, la disposizione era rimasta di fatto inattuata. E per questa ragione, sia il past presidente dell’Unione industriali, Carlo Cicala, sia il leader della Cisl, Carmine Crisci, negli ultimi anni avevano più volte attaccato la precedente governance del consorzio, investendo formalmente della questione anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Cozzolino. «Per il momento — chiarisce Cappello — siamo ancora in una fase preliminare, abbiamo semplicemente notificato alle controparti l’avvio del procedimento. E in questa prima fase l’attività di monitoraggio è limitata alle aree assegnate ma non ancora edificate. È nostra intenzione, però, allargare il raggio d’azione anche a tutte le altre ipotesi di inadempienza, comprese le eventualità derivanti dai fallimenti o dalle procedure concorsuali. Il messaggio che vogliamo lanciare è semplice: le aree industriali servono a fare impresa, a creare sviluppo; non possono e non devono essere oggetto di tentativi di speculazione». Certo, il percorso è ancora lungo.
E lo dimostra il fatto che basta una rapida ricerca sul web per imbattersi in annunci commerciali di compravendita di opifici industriali nella zona Asi di Marcianise. Ad esempio ce n’è uno dell’agenzia Panorama immobiliare di Napoli, che recita testualmente: «A pochi centinaia di metri dallo svincolo autostradale e dall’imbocco dell’asse mediano, di fronte al centro commerciale Campania, vendesi capannone 9000 mq su 3 livelli da 3.000 mq cadauno». Chissà se è stato già venduto. Intanto, il segretario della Cisl Carmine Crisci, esprime compiacimento per l’inversione di tendenza: «Le speculazioni sulle aree industriali rappresentano una costante sul territorio. E troppo spesso hanno finito per impedire la realizzazione di progetti seri per lo sviluppo. Va dato atto a Cappello di aver cominciato ad affrontare seriamente il fenomeno. Da parte nostra, gli assicuriamo la più totale collaborazione».